In Val Tidone, dove i Colli piacentini incontrano l’Oltrepò

di Andrea Guolo

Un itinerario bike nella valle più occidentale dell’Emilia tra cantine, agriturismi e un particolare bubble glamping con chiusura alla storica cantina Mossi 1558

Per noi è stata la conclusione, sotto un sole quasi estivo, di una “tre giorni” impegnativa in bici e non solo… per essere sinceri è stata molto impegnativa anche a tavola, perché resistere alle prelibatezze della cucina piacentina e a vere e proprie overdosi di salumi straordinari – Piacenza vanta le Dop per salame, coppa e pancetta, unica provincia al mondo con tre dop legate ai salumi – è praticamente impossibile. Ma la Val Tidone, una delle quattro principali valli piacentine e la più occidentale (confina con la Lombardia e guarda all’Oltrepò Pavese), val la pena di essere affrontata da sola, in sella alla propria bicicletta, partendo da Castel San Giovanni dove si arriva comodamente in treno per poi pedalare lungo la statale 412 fino a Borgonovo Val Tidone e proseguendo fino a raggiungere Ziano Piacentino, città del vino e principale centro agricolo della provincia perché qui, tra vino e salumi, c’è da godere. Per quanto si debba pedalare, non fatevi illusioni… Da Ziano è quasi impossibile tornare a casa più magri, semmai si torna ingrassati ma molto, molto felici. Partiamo dalla sera prima, dalla fine del secondo giorno di cui già vi abbiamo raccontato le bellezze e che avevamo concluso in località Montecucco all’Agriturismo Civardi Racemus.

ALLA SCOPERTA DELLA PICULA AD CAVAL

Civardi è il cognome della famiglia proprietaria di questa bella struttura, nata come cantina e cresciuta anche come agriturismo. E Racemus? In latino significa grappolo d’uva. Svelato l’arcano, andiamo a scoprire la realtà gestita dalle sorelle Silvia e Paola Civardi, che si dedicano all’accoglienza e alla cucina, mentre in cantina è ancora pienamente attivo il padre Roberto. Il loro vino più interessante a nostro avviso è l’Ortrugo, di cui Civardi Racemus propone anche una versione spumantizzata in purezza, Clivo. A cosa lo abbiniamo? Ai piatti dell’agriturismo naturalmente! I salumi, gli eccellenti pisarei e fasò, i tortelli con burro fuso e Grana Padano dop e uno storico piatto della cucina piacentina come la “Picula ad caval” fatta con carne tritata equina e che un tempo si trovava un po’ ovunque nella provincia, mentre oggi sta diventando sempre più raro. Se dopo la picula e dopo una bottiglia di Ortrugo vi prende l’abbiocco, nessun problema: è l’occasione per provare il comfort delle camere di cui dispone l’agriturismo e che sono prenotabili telefonicamente e online. Non ve ne pentirete.

Le sorelle Silvia e Paola Civardi (Instagram)

LA CANTINA DI CONFINE

Dopo colazione nel nostro caso, saliamo in sella alle biciclette e pedaliamo ben poco – 12 minuti esatti – raggiungendo Vicobarone e la sua omonima cantina che poi è una cooperativa, anzi: una delle due maggiori cooperative vitivinicole della provincia di Piacenza. Cantina di Vicobarone fa grandi numeri, assicurati dalle uve fornite da ben 185 soci conferitori, alcuni dei quali sono posizionati al di là del confine regionale, quindi già nella provincia di Pavia. Del resto, il confine tra Emilia e Lombardia è esattamente sotto la collina di Vicobarone e la cantina rappresenta quasi un balcone con vista Oltrepò Pavese. Pertanto, qui si producono vini tipici dei Colli Piacentini come Malvasia, Gutturnio e Ortrugo, ma anche dell’Oltrepò, come il Pinot nero. La produzione complessiva è di 5 milioni di bottiglie, che rappresentano circa la metà del vino prodotto dalla cantina; il resto viene venduto come sfuso. L’offerta enoturistica prevede la visita in cantina su prenotazione, il tasting e lo shopping al wine bar con abbinamento ai prodotti tipici del territorio. In occasioni particolari, come le feste, lo spazio esterno viene attrezzato con una cucina per la preparazione dei piatti caldi.

Vigneti della cantina Vicobarone (sito web)

26 AZIENDE IN TASTING

Per non ripetere la via dell’andata, proseguiamo in bici fino alla località Casa Pallaroni, da qui svoltiamo per Casa Piccioni e infine raggiungiamo Ziano Piacentino attraverso la strada comunale Calcinara. Per non perdersi, si possono utilizzare i percorsi con tracciatura GTX scaricabili dal sito del comune di Ziano Piacentino. Da non perdere a Ziano c’è l’Enoteca dei 7 Colli, che prende il nome dalle sette colline che caratterizzano il paesaggio della capitale piacentina del vino. L’enoteca occupa la parte sottostante al municipio di Ziano Piacentino ed è gestita da un’associazione. Offre i vini di 26 produttori del territorio ed è quindi una vetrina davvero unica per provare le specialità della Val Tidone. Ingresso con tessera Enac.

Cantina Fratelli Piacentini

FOOD TRUCK NUOVO DI ZECCA

Dopo l’esperienza dell’Enoteca, tre minuti vi separano dalla visita a una bella realtà vitivinicola di Ziano Piacentino: si tratta di Fratelli Piacentini, proprietà di Emanuel, Sara e Valentino Piacentini. La loro azienda produce vini fermi, frizzanti e spumanti, tra questi ultimi spiccano due etichette di metodo classico rispettivamente a base Chardonnay e Pinot Grigio. L’azienda organizza diversi eventi al proprio interno e la novità assoluta a cui abbiamo assistito in anteprima, nel corso dell’evento Aromatica, viaggio nei profumi del vino, è un food truck che propone i prodotti tipici del territorio in chiave rivisitata, come ad esempio i pisarei senza fasò, gli spicchi di polenta fritta con crema al gorgonzola o con salame cotto, naturalmente i bocconcini con la pancetta dop e il “Box Aromatica” presentato per l’occasione.

Il food truck di Fratelli Piacentini

TRA BUBBLE E ORTRUGO

A questo punto proseguiamo verso Albareto, affrontando una discesa di quelle divertenti ma consapevoli del fatto che, come ogni ciclista, dopo una discesa arriva quasi sicuramente una salita che è meno divertente. Infatti quando si sale ci si pente di aver provato il gorgonzola e il salame cotto, ma la sfida è importante: dobbiamo visitare prima un bubble glamping e poi chiudere in bellezza con la cantina più importante di tutta la provincia di Piacenza. Il primo si chiama Namoon Bubble Glamping ed è una “chicca” per chi dispone di un budget importante, perché ti permette di vivere l’esperienza dei Colli piacentini in una situazione davvero particolare, pernottando dentro una bolla: si tratta dell’unico bubble glamping di tutta l’Emilia Romagna. Dopo averlo visitato, c’è l’ultima salitella che ci porta da Mossi 1558, azienda acquisita nel 2014 dalla famiglia Profumo e oggi gestita da Marco Profumo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Colli Piacentini. Il nome di Mossi è legato soprattutto all’Ortrugo, che è stata la scommessa vinta dall’ultima generazione alla guida dell’azienda fondata quasi cinquecento anni fa. Oggi ci sono tanti progetti in cantiere, come ci ha svelato lo stesso Marco Profumo e di cui vi racconteremo nella prossima “puntata” di questo viaggio tra i Colli piacentini. E alcuni di questi progetti riguardano l’enoturismo, con l’accoglienza in azienda già pienamente attiva e prenotabile attraverso il sito o contattando l’azienda.

Foto di apertura: azienda Lusenti, Vicobarone, archivio fotografico Comune di Ziano Piacentino

Namoon Bubble Glamping (sito aziendale)

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