Salita in bici tra gli ultracentenari di Serrapetrona. È l’acqua o è la Vernaccia nera il loro segreto?

di Andrea Guolo

L’entroterra delle Marche riserva emozioni e cose rare, come l’unico spumante rosso docg d’Italia. L’evoluzione è in atto sia nel vino, con il Serrapetrona doc fermo e secco, sia nell’ospitalità.

Quando la salita si fa impegnativa, ecco arrivare Manuel. Lo chiameremo così, con un nome di fantasia – quello vero ce lo ha detto senza però sapere che sarebbe finito nel nostro articolo – questo ragazzo giovane, solare e con un passo nella gamba ben diverso dal nostro. Un passo che finisce per dare il ritmo al nostro gruppo: il sole sta tramontando e siamo in sella dalle otto del mattino, di benzina in corpo ne rimane poca. Lui sale senza pedalata assistita e lo fa ogni sera, prima di cena, da San Severino Marche a Serrapetrona, un po’ per passione e un po’ per attingere alla fonte dei centenari. “Lassù – dice Manuel, indicando in alto (si sale, maledizione! E in bici te ne rendi ben conto) – c’è il segreto della lunga vita. O almeno, per chi non ci crede, c’è una buona acqua”.

LA FONTE DELLE CONCE

Ogni sera, Manuel sale da San Severino Marche (piccolo gioiello tutto da visitare) a Serrapetrona in bici – un’ora secca (per lui molto meno), 13 km, 300 metri di dislivello – per prendere due bottiglie d’acqua. Da buoni forestieri, pensavamo che lassù ci si andasse per il vino ma forse ci siamo sbagliati!

L’acqua di cui ci parla Manuel è quella della Fonte delle Conce (o Edicola delle Conce) che pare sia uno dei motivi per cui val la pena di affrontare lo strappo finale di una giornata da ciclisti già abbastanza intensa. Sul “ne vale la pena” cambiamo idea in fretta quando a un nostro compagno di viaggio, a poche centinaia di metri dal traguardo – rigorosamente in salita – si stacca la leva del cambio, ovviamente posizionato nella marcia sbagliata per lo strappo finale.

Dopo le maledizioni, le stramaledizioni e altro non documentabile, si arriva in cima (Manuel nel frattempo è già sulla via del ritorno) e cerchiamo di capire dove siamo capitati. Siamo al tramonto, anzi all’imbrunire, e l’aria è al tempo stesso frizzante e pura. Dell’acqua, per dirla tutta, sappiamo dir poco perché ci siamo concentrati sul vino, con i risultati di cui poi racconterò.

Veduta di Serrapetrona in autunno (foto tratta dal sito di Terre di Serrapetrona)

MASCHI HIGHLANDER

La prima impressione che abbiamo di Serrapetrona è che sia davvero un mondo a parte, difficile da raggiungere e tutto da godere una volta “violato”, come se fosse una vecchia fortezza inespugnabile. E poi su questo borgo da poche anime, 913 secondo l’ultimo censimento (2019), girano strane leggende. Tipo quella che la percentuale degli ultracentenari superi ogni altro comune d’Italia. Sarà vero?

Onestamente, non l’abbiamo verificato, ma navigando su internet ci siamo imbattuti in una ricerca commissionata qualche anno fa dalla Regione Marche, secondo la quale i maschi del territorio regionale sarebbero in assoluto i primi in Italia per aspettativa di vita e con un trend quintuplicato in pochi anni di over 100. Solo che la ricerca indica nel vino, e non nell’acqua, il segreto della longevità.

A Serrapetrona, l’acqua non è mai mancata – il nome Fonte delle Conce lo conferma, perché per conciare le pelli serve innanzitutto tanta acqua, e pure buona – ma neppure il vino! Eppure, al di fuori delle Marche, la conoscenza di questo territorio e dei suoi vini è piuttosto limitata.

Arrivo a Serrapetrona all’imbrunire

IL REGNO DELLA VERNACCIA NERA

Il vitigno di riferimento è la Vernaccia Nera, un autoctono tardivo che rappresentava la dannazione dei viticoltori perché non era mai pronto: per evitare di buttar via il raccolto, si inventarono l’appassimento, e c’è chi lo fa nelle apposite ceste e chi appende l’uva dall’alto (immagine ancor più suggestiva).

Oggi il clima è cambiato ma l’appassimento è rimasto, e rappresenta il trait d’union tra la Vernaccia di Serrapetrona docg, che è uno spumante a tripla fermentazione (l’unico spumante rosso docg in Italia!), e il Serrapetrona fermo doc, che è un vino secco, mentre la Vernaccia spumante docg può essere sia secca sia dolce. Insomma, non è facile da identificare perché – ecco l’altra impressione che emerge subito – c’è davvero troppa scelta, forse fin troppa confusione per un territorio così piccolo, dove opera un manipolo di produttori.

Inoltre, per vendere lo spumante di Vernaccia nera, non è mai servito fare molta strada… Bastavano le Marche per piazzarla tutta. Perché ce n’è davvero poca, si parla di 66 ettari nella docg, e più della metà appartiene a una sola azienda: Alberto Quacquarini. La quale, peraltro, ha scelto da tempo la strada della diversificazione e con ottimi risultati: oggi il vino si accompagna (ed è un rapporto complementare) alla produzione di dolci da forno e da ricorrenza, per non parlare dei biscotti e del torrone ricoperto di cioccolato, che sono soltanto alcune delle delizie da noi provate durante la visita in azienda. Il prodotto icona? Il panettone, naturalmente preparato con la Vernaccia.

Ma il futuro di Serrapetrona non potrà essere soltanto la Vernaccia docg. La quale fa certamente parte della storia del territorio, ma oggi non è premiante e un consumatore medio probabilmente non è in grado, al primo assaggio, di attribuirle il prezzo che merita per tutto il lavoro che c’è alla base di questo spumante rosso: coltivazione in quota, tripla fermentazione, appassimento… il prezzo di riferimento è in linea con quello di un metodo classico, e per una “bolla rossa” non è facile uscire a certi livelli.

Ed ecco che i produttori si sono ormai spostati, almeno in parte, verso il Serrapetrona doc ottenendo risultati particolarmente interessanti. È il caso di Fontezoppa, azienda civitanovese di proprietà della famiglia Luzi, quelli delle scarpe Naturino, i cui vini fermi a base Vernaccia nera stanno segnando un cambio di passo per il territorio: vale per Pepato, in vendita a 13 euro sull’e-store aziendale, per il passito Cascià (21 euro) e ancor più per il prezioso Morò (43 euro), a nostro avviso la miglior espressione raggiunta finora dal territorio. Finora. Perché è evidente che a Serrapetrona c’è tanto margine di miglioramento e c’è una caratteristica che pochi altri territorio possono vantare: l’unicità, vera, non costruita a tavolino ma appartenente alla storia di questo borgo. Dove potrete arrivare comodamente in macchina, ma certo… in bici è tutta un’altra storia. Come insegna il nostro amico Manuel.

DOVE DORMIRE

Terre di Serrapetrona, azienda che dispone di una ventina di ettari vitati ed è con Alberto Quacquarini uno dei punti di riferimento per la denominazione, ha realizzato un agriturismo con quattro camere standard con servizi privati. Tutte le camere godono di una stupenda vista panoramica. La ricca colazione tradizionale è inclusa nel prezzo. Ottima anche la soluzione per la cena nel ristorante La Locanda dell’Infinito. L’azienda organizza anche tasting su prenotazione per gruppi di enoturisti e intende, per il futuro, potenziare l’attività legata all’accoglienza, anche per compensare la mancanza di strutture presenti nel territorio.

Agriturismo Terre di Serrapetrona

SWEET TOUR CON BRINDISI FINALE

Dolci e vini compongono l’experience della visita alla Alberto Quacquarini, che comprende il tour della cantina, compresa la parte di appassimento (quando è in atto), e della produzione dolciaria. Il punto di degustazione più scenografico e assolutamente raggiungibile durante la bella stagione è la terrazza, che attualmente però è in ristrutturazione. Per chi, partendo dalla riviera marchigiana, non riuscisse a raggiungere l’interno e il borgo di Serrapetrona, la soluzione c’è: basta visitare L’Emporio Quacquarini a Civitanova Marche, dove si può anche cenare con le specialità dell’entroterra maceratese, tra cui i salumi a marchio La Palombina.

Panettoni prodotti dalla dolciaria Quacquarini

Consigliati