Itinerari cicloturistici con app dedicate, passeggiate a cavallo nei terreni appartenuti alla famiglia Sanzio e un’ospitalità che punta sul benessere nella città più green d’Italia
Nella regione più bio d’Italia, c’è una città che può reclamare il titolo di capitale italiana dell’agricoltura biologica ed è Urbino. Nella patria di Raffaello Sanzio, il rispetto per le pratiche green affonda solide radici fin dai tempi di Gino Girolomoni, nativo di Isola del Piano e considerato il precursore nel suo ambito, con la fondazione nel 1977 della Cooperativa Alce Nero. Lo ha fatto in un terreno fertile, incontaminato e oggi sempre più legato, nella sua attività agricola e nell’offerta turistica, ai concetti tanto attuali di alimentazione sana partendo dal rispetto della terra. Di conseguenza, visitando Urbino e i dintorni, abbandonare l’auto per scegliere una mobilità altrettanto sana, e uno stile di vita in linea con quello del territorio circostante, diventa una scelta quasi naturale.
A TUTTA BIKE
A puntare sulla combinazione tra sport, ambiente, benessere e arte è la stessa amministrazione comunale di Urbino, lanciando e promuovendo tre itinerari cicloturistici che si prestano sia ai pedalatori più in forma sia a quelli occasionali. Il primo, di 11 km, richiede solo un po’ di determinazione e permette di percorrere – con un moderato dislivello – tutto il centro di Urbino, arrivando fino al Mausoleo dei Duchi. Il secondo, ben più impegnativo (125 km per complessivi 2mila metri di dislivello), passa in rassegna tutti i principali borghi, offrendo occasioni di visita di meraviglie naturali come la Gola del Furlo, un passaggio ad Acqualagna (capitale del tartufo bianco) e perfino l’opportunità di fare shopping di pelletteria nel factory store di Piero Guidi. Per gli instancabili della bicicletta c’è poi la terza soluzione: Urbino e le 14 Pievi, 148 km e oltre 3.400 metri di dislivello, consigliabile in almeno due giorni. Questi percorsi per bici elettriche (ma percorribili anche senza “spintarella” per i più audaci) sono stati caricati sul portale turistico Vieni a Urbino e per evitare di prendere la strada sbagliata c’è anche il supporto di una app, Komoot. Il progetto è stato curato da Ag Eventi in collaborazione con l’associazione Montefeltro Adventure. L’assessore al Turismo del Comune di Urbino, Roberto Cioppi, afferma: “L’obiettivo primario è avere turismo tutto l’anno, investendo sui nostri punti di forza: arte, università ed enogastronomia. Punteremo molto sul biologico”.
I VINI DEL MONTEFELTRO
Sono tre le denominazioni della provincia di Pesaro Urbino, tutte doc. La più giovane e più piccola (27 ettari) è la Pergola, con zona di produzione limitata all’area dell’alta Valle del Cesano e con un uvaggio che prevede la presenza dominante dell’Aleatico: da disciplinare, non meno del 60% nel “rosso” o “rosato”, non meno dell’85% nel Pergola Aleatico. Arriva invece a 85 ettari complessivi la denominazione Colli Pesaresi, declinata nelle tipologie Trebbiano, Biancame e Spumante. Quella predominante è il Bianchello del Metauro, dall’antica storia (pare che l’eccessivo consumo di questo vino fu tra le cause della sconfitta dei cartaginesi guidati da Asdrubale nella battaglia del Metauro contro i romani): sono ben 244 ettari coltivati e il disciplinare prevede minimo 95% di Bianchello Biancame e massimo 5% di Malvasia Bianca Lunga. Ciononostante, quella di Urbino non è una zona di bianchisti puri, perché nel territorio del Montefeltro prospera la coltivazione di Sangiovese (la Romagna è vicina, la Toscana appena aldilà dell’Appennino….) dal quale si ricavano anche interessanti esperimenti di rosato. Non trascurabile, infine, la presenza di Montepulciano e di vitigni internazionali.
IL NOSTRO POSTO DEL CUORE
Non abbiamo dubbi: Tenuta Santi Giacomo e Filippo. Di proprietà della famiglia Bruscoli, imprenditori del mobile, questa tenuta appartenne in passato alla famiglia di Raffaello Sanzio e si trova non lontano dal centro di Urbino. Le dimensioni sono ragguardevoli: ben 420 ettari, tutti coltivati con metodo biologico: oltre al vino (14 ettari vitati), si produce olio extravergine di oliva e molto altro. Al suo interno si trova un resort strutturato come albergo diffuso con 33 camere, un ristorante con vista su tre laghi, una scuola di equitazione (con ben trenta cavalli), una piscina e una spa. La cantina interna alla tenuta è l’unica presente nel territorio comunale di Urbino. Tra le esperienze offerte compaiono: degustazioni guidate, tre percorsi di trekking lungo i 12 km di sentiero presenti nella tenuta, il noleggio delle e-bike e le passeggiate a cavallo. C’è poi l’ultima novità: “Portiamo i nostri clienti alla scoperta dei terreni grazie all’Agribus, un trattore che traina un carro agricolo destinato al trasporto dei passeggeri” racconta Marianna Bruscoli, dal 2003 alla guida della tenuta. Progetti futuri? “Continuare a migliorare, è quel che ci sta più a cuore”.
Foto in apertura: Veduta dall’alto della Tenuta Santi Giacomo e Filippo (credits: Gilberto Bertini)