A Sacile, il progetto del conte Brandino Brandolini prevede lo spostamento della vinificazione all’interno della proprietà, sempre più destinata ad accogliere i wine lover
La villa di Vistorta ha aperto le porte al pubblico, interni compresi, per la prima volta nella propria storia. In occasione delle Giornate di Primavera organizzate da Fai, la famiglia Brandolini d’Adda ha accolto i visitatori, accorsi nelle giornate di sabato 22 e domenica 23 marzo, nella propria dimensione privata, nelle sale meravigliose della casa padronale ottocentesca situata nei pressi di Sacile (Pordenone) e scelta alla fine del XIX secolo da Guido Brandolini Rota come sede della propria azienda agricola che già allora, oltre alla coltivazione di cereali e alla bachicoltura, era impegnata nella produzione di vini. In questa occasione, abbiamo incontrato il titolare dell’azienda e pronipote del fondatore, il conte Brandino Brandolini, figlio del conte Brando e di Cristiana Agnelli, sorella di Gianni e Umberto Agnelli. Oggi il suo vino-icona è certamente quello che prende il nome dall’azienda, il Merlot in purezza (fin dall’annata 2000) Vistorta, prodotto dal 1989 e del quale, in cantina, sono tuttora presenti e in vendita le annate a partire dal 1995.
CONTRO LE MONOCOLTURE
A Vistorta sono in corso i lavori di ristrutturazione degli esterni, come spesso accade in edifici nati per sfidare il tempo. Il conte osserva il risultato dell’opera, le facciate che profumano di nuovo, e chiede il parere degli interlocutori, non aspettandosi necessariamente l’approvazione. Del resto, quando si “rimette a nuovo” quel che è legato al passato, c’è sempre il dubbio di aver calcato la mano, ma non è questo il caso. Passeggiamo per il prato, ancora bagnato dalle piogge abbondanti dei giorni precedenti, e non ho il coraggio di confessare al conte che mi sto bagnando i calzini, perché le mie sneaker non sono idrorepellenti come i suoi scarponi da trekking… ma val la pena di sopportare lo “sbagnuzzo” dei piedi pur di ammirare la luce di una bella giornata primaverile, i 4 laghetti, le mura che circondavano il giardino storico e poi sono state parzialmente abbattute per abbracciare il nuovo paesaggio, realizzato piantumando alberi laddove c’erano solo campi, cercando di realizzare quello che per Brandino – “diamoci del tu”, mi propone, e io accetto con il dovuto rispetto – è un mantra della sua carriera di imprenditore agricolo: investire nel paesaggio per evitare il pericolo, piuttosto frequente laddove si fa viticoltura, delle monocolture. “Il punto limite a cui vorrei arrivare, superandolo, è quello degli alberi presenti in mezzo ai vigneti”, mi racconta. Nel frattempo, passiamo di fronte a una piccola foresta di bambù, per niente inedita nelle grandi proprietà perché con questi fusti resistenti si realizzavano diverse strutture nelle antiche aziende agricole. Inutile rimarcare che l’agricoltura gestita in Vistorta è rispettosa dell’ambiente, perché non potrebbe andare diversamente: qui tutto è bio. “Ci tengo molto, ragionando su Vistorta come azienda agricola nelle sue varie entità. E voglio continuare a sviluppare la didattica di un’agricoltura conservativa”, mi dice il conte. Questo sviluppo procede a braccetto con l’altra volontà di Brandolini d’Adda ovvero l’apertura al pubblico, l’accoglienza dei wine lovers. Visitando l’azienda agricola, c’è una cosa che manca, ma è questione di poco tempo… “Riporteremo qui la cantina, che oggi si trova a Cordignano, in una barchessa analoga alle due barchesse di Vistorta. È una conseguenza logica del progetto che è stato avviato in questa proprietà. È tempo di tornare a casa”.

Il parco di Vistorta
TORNA LA CANTINA
Nei prossimi mesi, forse anni, continuerà dunque la ristrutturazione degli immobili che appartengono alla proprietà, e una parte sarà destinata alla trasformazione in sede per la vinificazione e la maturazione del vino nelle botti. Come sarà la nuova cantina? “Il progetto esiste dal 2016 ma lo vogliamo ridimensionare. L’obiettivo, infatti, è quello di una vinificazione più artigianale, legata alla tradizione di Vistorta. Del resto, oggi, seguire la logica dei grandi numeri non ha più senso. E la cantina, con la villa, il parco, le barchesse, completerà la nostra proposta di accoglienza ai turisti in visita nella provincia di Pordenone”. Il legame della famiglia Brandolini d’Adda con il territorio è stretto. “Ci piace ospitare eventi, attività culturali, presentazioni di libri. Da anni collaboriamo con Pordenone Legge, ospitando autori le cui opere sono legate in qualche modo alla natura. E organizzavamo la rassegna Cinema Divino, che vediamo se si potrà ripetere”. In prospettiva, c’è il grande evento che porrà Pordenone al centro della scena culturale. “Nel 2027 sarà la capitale italiana della cultura, è una bella occasione e noi faremo la nostra parte”, afferma.
LE ESPERIENZE POSSIBILI
Vistorta è una dimora storica di stile neoclassico. Fu completata nel 1872 ed è circondata da un parco di sette ettari, progettato negli anni ’60 dal celebre paesaggista inglese Russell Page. Questo parco è inserito nel circuito dei Grandi Giardini Italiani. Già ci immaginiamo la possibilità, per chi ama questo tipo di esperienze, di pernottare in villa, o in una delle case che compongono il vecchio borgo di Vistorta, come accade in tante dimore storiche della Toscana, per citare una regione dove la trasformazione è già avvenuta. Il conte Brandino non ha fretta di muoversi in tal senso. “In futuro non lo escluso, ma sono processi lenti e già abbiamo il nostro bel da fare…”. C’è comunque la possibilità, su prenotazione, di visitare il giardino, le barchesse che sono utilizzate come spazio per eventi, la cantina, per degustare i vini prodotti da Vistorta: oltre al celebre Merlot, ci sono altre tredici etichette, sviluppate dal wine maker Alec Ongaro ed espressione di un territorio che ha le proprie tipicità nei vitigni a bacca bianca (Pinot grigio, Ribolla gialla, Friulano) e anche rossa (Refosco). Cosa c’è da vedere nei dintorni? “Sacile è molto bella – risponde il conte – e offre piacevoli ristoranti come Le Contrade, Il Pedrocchino e altri ancora. Poi c’è la foresta del Cansiglio, che non dista molto da qui, e tutta la pedemontana tra Veneto e Friuli si può rivelare come una piacevole scoperta. Da qui è tutto molto vicino: si possono visitare le fonti del Gorgazzo, i borghi di Valvassone e Maniago in Friuli, e poi Vittorio Veneto”. In attesa del prossimo evento del Fai, non è necessario attendere un anno per recarsi a Sacile, da Vistorta. Può essere un’idea per la prossima edizione di Cantine Aperte…

I vigneti con le prealpi sullo sfondo