Un museo, un teatro, i colli fiorentini e i corsi di cucina, tutto in un antico borgo che nacque come castello-presidio della via commerciale tra Firenze e Arezzo
Torre a Cona appartiene alla famiglia dei conti Rossi di Montelera dal 1935, ma la sua storia inizia molti secoli prima. Questa vasta tenuta – sono duecento gli ettari complessivi, e soltanto 19 di questi coltivati a vite, a testimonianza di una spiccata biodiversità – ha radici che risalgono al 1066, anno in cui si ha la certezza dell’esistenza di un antico castello, oggi sede della villa padronale, costruito a presidio della rotta commerciale tra Arezzo e Firenze. Siamo a San Donato in Collina, frazione di Rignano sull’Arno, affacciati verso il Chianti classico ma ancora nella zona del Chianti dei Colli Fiorentini. I Rossi di Montelera sono una famiglia storica della nobiltà e della liquoristica italiana, stiamo infatti parlando della famiglia fondatrice di Martini & Rossi. E novent’anni fa, intuendo il potenziale del territorio fiorentino, fu Napoleone Rossi di Montelera a rilevare la proprietà di Torre a Cona dalla famiglia Rinuccini, a cui apparteneva fin dal XIV secolo e che aveva fatto fortuna con il taglio e il commercio della pietra locale. Oggi la conduzione è affidata ai nipoti di Napoleone e figli di Lorenzo, che sono Ludovica, Niccolò e Leonardo Rossi di Montelera. Il loro vino di punta è naturalmente il Chianti, nella fattispecie la Riserva “Molino degli Innocenti” (Chianti Colli Fiorentini Riserva Dogc), che con l’annata 2019 ha conquistato il riconoscimento di “Rosso dell’Anno” dal Gambero Rosso per la Guida Vini d’Italia 2025. Oltre al Chianti Coli Fiorentini in tutte le declinazioni e selezioni, Torre a Cona merita una visita per degustare i suoi vini da monovitigno Merlot e Colorino e le differenti versioni di Vin Santo, rappresentando fedelmente le peculiarità di una microzona unica nel panorama della viticoltura toscana. E poi merita anche una sosta prolungata per la sua offerta di ospitalità.
ESPERIENZE POSSIBILI
Che ne dite di una passeggiata a cavallo immersi nella natura? O, quando arriva la stagione, di una caccia al tartufo che si conclude con un pranzo o una cena nell’Osteria di Torre a Cona? Sono solo alcune delle possibili esperienze da provare e che si possono prenotare direttamente dal sito della tenuta dei Rossi di Montelera. Altre idee da concretizzare a Torre Cona? Il corso di cucina, il trekking o le escursioni in bicicletta, i picnic all’ombra degli olivi, le sessioni di massaggi nella ex colombaia e naturalmente la visita all’orto/giardino della villa dove sono a dimora diverse piante di iris per approfondire la storia di questa specie vegetale, dal suo arrivo in Europa dall’Asia fino ai nostri giorni, e il suo link con il giglio, simbolo di Firenze.
CAMERE E VILLE IN TENUTA
Dove dormire? In Tenuta, naturalmente. Torre a Cona mette a disposizione dei propri ospiti diverse soluzioni, da una ventina di camere realizzate all’interno della villa a quelle presenti all’interno della tenuta negli antichi casolari rimessi a nuovo e trasformate in ville anche a utilizzo esclusivo. Le ristrutturazioni sono state effettuate senza stravolgere il senso di questo luogo, mantenendo la fedeltà alla sua storia e offrendo ai visitatori la possibilità di rilassarsi tra un’attività e un ozio. A questo proposito, c’è anche una bella piscina a disposizione degli ospiti. Infine, ecco l’Osteria di Torre a Cona, che si trova nella limonaia della tenuta, e nello splendido giardino che affaccia sul bosco del parco monumentale, tra glicini e alberi secolari, proponendo una cucina di impronta territoriale riletta in chiave naturale e contemporanea.
ED ECCO IL VERMOUTH
Tra le esperienze da non perdere, Alice Zoppi (hospitality manager) suggerisce The art of wine tasting. “Si tratta – racconta – di un particolare percorso di degustazione per insegnare alle persone come si fa un tasting da vero professionista, con l’assaggio dei nostri vini migliori”. L’azienda sta lavorando per l’apertura di un wine club con caveau alla base della torre di ingresso alla tenuta, dedicato alla degustazione di vecchie annate dei propri vini di punta. E nel frattempo ha salutato il lancio del “nuovo nato” che in realtà ha radici solide nella cultura di prodotto della proprietà: il Vermouth di Torre a Cona, che trae origine da una ricetta del 1920.