Un valore di 260 milioni di euro per le IG destinate alla trasformazione, che coinvolge 1.600 imprese economiche.
Interrogatasi sul rapporto tra industria alimentare e Dop Economy, Qualivita ha rilevato che sono oltre 13.000 le autorizzazioni concesse da Consorzi e Mipaaf ad utilizzare una IG come ingrediente del prodotto. L’analisi rileva, inoltre, la presenza di un quadro normativo europeo frammentato nonché un “primato” italiano in termini di regolamentazione, con il nostro ad essere l’unico paese ad aver introdotto un meccanismo di autorizzazione in capo ai Consorzi riconosciuti per conferire una maggiore tutela alle IG.
Dop e Igp sono usate soprattutto in condimenti, con il 42% delle IG coinvolte, primi piatti (41%), salumi (33%) e dolci (31%). Seguono poi formaggi e gelati (25%), marmellate, pizze e bevande (23%). Nel complesso, si stima un valore alla produzione di Dop e Igp destinate a prodotti trasformati pari a 260 milioni di euro, che supera il miliardo di euro per l’industria e l’artigianato alimentare.
“L’alto livello qualitativo, la bontà e la certezza dell’origine sono un valore aggiunto delle nostre DOP IGP – evidenzia il sottosegretario Gian Marco Centinaio –. Un valore aggiunto che si mantiene tale anche quando diventano ingredienti di prodotti trasformati e si traduce in un plus ulteriore per i brand più famosi, che a loro volta diventano uno strumento per far conoscere a un numero sempre maggiore di consumatori le eccellenze del nostro agroalimentare. I Consorzi di tutela, insieme alle istituzioni, non solo mettono in campo iniziative volte a tutelare le denominazioni, ma sono impegnati anche a far sì che la qualità dei nostri prodotti resti alta e che DOP IGP siano conosciute e apprezzate da un pubblico più vasto. In un momento in cui c’è una crescente attenzione del consumatore verso l’origine delle materie prime e una sempre maggiore richiesta di made in Italy il sodalizio con l’industria può accrescerne notorietà e distribuzione”.
“La ricerca mette in luce come le DOP e IGP possano dare valore sul mercato alla nostra industria alimentare, al nostro artigianato enogastronomico e alla nostra ristorazione, veicolando tutto l’appeal dell’agricoltura italiana e del Made in Italy – commenta Mauro Rosati, direttore di Qualivita – Questa ricerca ci indica che dobbiamo costruire sinergie ancora più strutturate fra i comparti per rendere più efficaci le filiere, dare maggiori garanzie a consumatori e imprese e cogliere appieno le possibilità dei “trasformati di qualità”. Per i Consorzi si aprono nuove opportunità: oltre al coordinamento delle attività principali – tutela e promozione e, negli ultimi anni, turismo enogastronomico – è giunto il momento di riflettere su come lavorare con risorse ad hoc anche sul settore dei trasformati, visto il valore che esso è in grado di generare”.