La visita da Sella&Mosca come punto di partenza per la scoperta di una città fortificata che profuma di Catalogna
Prendete l’aereo e andate ad Alghero. Ne vale la pena, non fosse altro che per visitare una cantina dove si respira la storia d’Italia e del vino italiano. Un’azienda presente da 120 anni e la cui fondazione pionieristica ha determinato la trasformazione di una terra utilizzata come pascolo in punto di riferimento per il vino dell’intera regione. Parliamo naturalmente di Sella&Mosca.
650 ETTARI, UN GIGANTE
Le dimensioni, innanzitutto. Sella&Mosca si estende nella piana di Alghero all’interno di una proprietà di 650 ettari, una delle più vaste d’Italia. Non fu impresa facile, per i fondatori, realizzare quanto oggi si presenta davanti agli occhi degli enoturisti: richiese costose opere di bonifica idraulica e spietramento. La capacità finanziaria non mancava, fortunatamente, all’ingegner Erminio Sella e all’avvocato Edgardo Mosca. Entrambi biellesi, il primo nipote del ministro delle Finanze del Regno d’Italia Quintino Sella, decisero di investire in Sardegna nel momento più difficile per la storia della viticoltura, perchè erano gli anni della filossera e occorreva innestare nuove viti con piede americano per far ripartire un settore flagellato e una produzione oramai insufficiente per soddisfare la domanda interna (l’export all’epoca era sostanzialmente assente). Fu allora individuata la piana di Alghero come territorio ideale per realizzare un immenso vivaio di barbatelle. Era il 1899 e i lavori si protrassero per anni, portando alla luce una sorpresa apparentemente spiacevole – o almeno considerata tale per ogni opera di edificazione – ma che avrebbe cambiato ulteriormente la storia di Alghero.
LA SCOPERTA DELLA NECROPOLI
Nel 1903, durante gli scavi per la costruzione di una casa colonica all’interno della proprietà, saltò fuori una necropoli. Scavando ulteriormente, le squadre di operai e tecnici si trovarono di fronte a qualcosa di davvero inaspettato: 38 domus de janas, tombe preistoriche scavate nella roccia tipiche della Sardegna prenuragica. Si tratta della più vasta necropoli della Sardegna prenuragica e prende il nome di Anghelu Ruju. Nel 1977 la necropoli fu donata da Sella&Mosca al demanio regionale e oggi appartiene al Comune di Alghero, che l’ha resa visitabile. E Anghelu Ruju è anche il nome di uno dei vini di punta dell’offerta di Sella&Mosca, un Alghero rosso liquoroso da meditazione proveniente da uve autoctone lasciate ad appassire al sole per 15 – 20 giorni su telai di canne sollevati dal suolo.
L’ACCOGLIENZA IN AZIENDA
Dall’aeroporto di Alghero ai cancelli di Sella&Mosca ci si impiega davvero un attimo: l’azienda dista meno di 5 km dallo scalo aeroportuale. E può rappresentare il perfetto punto di partenza per la successiva escursione nel territorio o, in alternativa, il miglior finale possibile. Quel che colpisce, innanzitutto, è l’immensità della proprietà, osservabile già lungo la strada: sembra di essere nel nuovo mondo, in una di quelle mega tenute che si possono trovare in Australia o nelle Americhe. Poi, varcato il cancello, ci si rende conto che Sella&Mosca non era solo un’azienda, bensì un vero e proprio borgo con vita propria. Dal 2016 Sella&Mosca fa parte del gruppo franciacortino Terra Moretti, quello di Bellavista e di Petra, che ha approcciato la Sardegna con lo stesso stile di accoglienza adottato nelle altre proprietà: oltre ai vini, la famiglia Moretti ha sempre investito nelle sue tenute in chiave enoturistica di prestigio, come ben sa chi ha visitato L’Andana in Toscana (con la trattoria di Enrico Bartolini) o L’Albereta in Franciacorta. Così, quando Vittorio Moretti rilevò Sella&Mosca dal Gruppo Campari, fu naturale l’investimento nel recupero architettonico e funzionale del vecchio centro aziendale. Il risultato di quell’investimento è una delle più complete esperienze possibili in una cantina italiana. Sella&Mosca offre infatti: la visita al museo aziendale, la possibilità di soggiornare a Casa Villamarina (13 camere con vista vigneti), il tasting in abbinamento con salumi e formaggi del territorio (spettacolare al tramonto durante la bella stagione) e tante diverse formule di degustazione + visita prenotabili direttamente sul sito aziendale. I costi? Si parte da un minimo di 15 euro per arrivare a un massimo di 50 euro in base alla formula scelta e ai vini presenti in degustazione. Ovviamente, per i vini, non si può prescindere dal Torbato di Alghero, diventato il punto di riferimento per il territorio (oggi è una Doc) e sorprendente nella versione spumantizzata brut e rosé. Con il debutto della linea Marras, sviluppata in collaborazione con lo stilista algherese Antonio Marras, il Torbato in bolla ha fatto un ulteriore salto di qualità ed è nato Oscarì, il metodo classico.
I VINI DI SELLA&MOSCA
I vigneti di Sella&Mosca oggi si estendono per 542 ettari tra la tenuta principale di Alghero e i possedimenti in Gallura e Sulcis, per un totale di circa 6 milioni di bottiglie prodotte. Il suo nome, come detto, è legato particolarmente al Torbato, vitigno autoctono poco valorizzato dall’enologia sarda fino alla metà degli anni Ottanta, quando l’azienda decise di investirvi approfondendo le conoscenze sulle caratteristiche e le potenzialità del Torbato, facendolo diventare un vino di riferimento nella propria produzione. Oggi costituisce il punto di riferimento per le sue bollicine, ma la sua massima espressione è certamente nella Cuvée 161. L’altro grande bianco è naturalmente il Vermentino, da cui prendono forma etichette come Cala Reale (Vermentino di Sardegna Doc), Monteoro (Vermentino di Gallura Superiore Docg) e Ambat (Vermentino di Sardegna Doc). Cannonau e Carignano del Sulcis dominano la scena dei vini rossi, che però hanno come etichetta di punta il Marchese di Villamarina, vino mono varietale da Cabernet Sauvignon, prima annata 1989 e frutto dell’intuizione dell’azienda di sperimentare la vocazione del terroir de I Piani per la produzione di vitigni internazionali. Senza dimenticare naturalmente i rosati, dal Torbato Spumante Rosé Brut al fresco Anemone.
SAPORI DI ALGHERO
La visita da Sella&Mosca è già un ottimo motivo per prendere l’aereo e far rotta su Alghero. Ma già che siete arrivati fin qui, dedicate almeno un weekend per visitare la città e i suoi dintorni. E se ci si arriva d’estate, vale la pena di fermarsi almeno una settimana per rilassarsi nelle spiagge a nord della città fortificata. Le nostre preferite? Le Bombarde è sempre una sicurezza, anche se i brividi che fa provare questa spiaggia non sono soltanto il frutto della sua bellezza ma anche della temperatura dell’acqua… Splendide sono anche la vicina spiaggia del Lazzaretto, Mugoni e Porto Ferro. La più comoda da raggiungere, partendo da Alghero centro, è la spiaggia del Lido di San Giovanni, con vista sulla città fortificata: qui però capirete il perchè Alghero si chiami proprio così… Il sito in cui sorse era denominato s’Alighera, che in sardo logudorese significa luogo d’alghe, e non sempre le alghe profumano! C’è un posto invece, poco lontano dal centro, dove gli amanti dei profumi legati al cibo non potranno resistere. Quel posto è il laboratorio di pasticceria di Roberto Murgia, un autentico fuoriclasse nel suo ambito e un innovatore della tradizione sarda dei dolci, che non è soltanto seadas ma anche e soprattutto biscotti e prodotti da ricorrenza. Una visita da Murgia è una vera e propria esperienza culturale. Da provare: papassini, tiricchas, torta de saba, l’ormai rarissimo ous de buchacas e il più bello di tutti da vedere e degustare, il pastissus o dolce della sposa.
L’AGRITURISMO MIGLIORE
Non si può lasciare la Sardegna senza aver provato l’esperienza dell’agriturismo. Il problema è trovarne uno vero, autentico, di qualità. Ad Alghero, non c’è questo problema perchè a pochi km dalla città esiste un vero e proprio tempio a riguardo, quello che viene da molti considerato il miglior agriturismo dell’intera regione. Si tratta di Sa Mandra, dista 7 km dalla tenuta Sella&Mosca ed è stato inserito tra i 10 migliori agriturismi di Sardegna selezionati da La Cucina Italiana. E non solo! Per TripAdvisor, nella classifica Traveler’s Choice Restaurants 2018, è risultato il miglior ristorante d’Italia nella fascia di prezzo media. Il menu degustazione è fisso, costa 45 euro e comprende, tra i vari piatti (che cambiano in base alla disponibilità di prodotti stagionali) i ravioli alle sette erbe, macarrones de punzu, l’immancabile maialetto allo spiedo e le verdure dell’orto.
LA VITA IN CENTRO
In alternativa a Casa Villamarina di Sella&Mosca o alle sistemazioni offerte da Sa Mandra, che dispone anche di una villa privata a uso turistico, Alghero offre moltissime soluzioni in centro storico o nelle immediate vicinanze. Una buona scelta è Villa Asfodelo, che comprende anche un parcheggio interno ed è comoda per raggiungere centro storico e Lido di San Giovanni (prezzo 70-120 euro/camera secondo stagione, colazione non compresa): offre camere ristrutturate con stile e particolarmente fresche d’estate grazie agli interni in pietra. La vita in centro storico è estremamente piacevole tra ristoranti che offrono pesce fresco e naturalmente ottime catalane di crostacei (nel pieno spirito di una città dove si parla una lingua di impronta catalana), passeggiate con vista sul mare lungo i bastioni della città fortificata, negozi di corallo rosso e boutique di alta moda, tra cui naturalmente spicca quella di Antonio Marras, lo stilista che ha conquistato Milano e Parigi (è stato per otto anni direttore creativo di Kenzo) ma che non ha mai abbandonato la sua Alghero.