In Romagna, nell’Oasi di Enio Ottaviani

di Andrea Guolo

Tra le colline di Rimini, a due passi dal mare, una cantina familiare fa provare tutto l’anno i suoi vini e offre la possibilità di soggiornare in una villa con piscina

“Siamo aperti tutti i giorni dalle 10.00 alle 23.00. Chiudiamo soltanto a Natale e a Capodanno. Da noi si trovano sempre una focaccia calda e un calice di vino”. Massimo Lorenzi ha l’accoglienza nel dna e ha fatto della sua cantina, Enio Ottaviani, un luogo vocato all’enoturismo. Qui tutto è sorprendente, a partire dall’oste che ha scelto, perché si tratta di un volto piuttosto noto: è Raffaello Tonon, lanciato da Maurizio Costanzo per poi diventare una presenza abbastanza fissa in televisione con diversi reality alle spalle (La Fattoria, La Talpa, Grande Fratello Vip) e che ora si dedica ai vini e alle degustazioni in abbinamento con i salumi del territorio e con la deliziosa giardiniera. Nelle occasioni speciali, in cucina arriva la mamma di Massimo, a dar man forte allo chef incaricato. Il protagonista principale, ad ogni modo, è il vino. Anzi, sono i vini tipici del territorio riminese, dal Sangiovese al Pagadebit, alla Rebola salvata dall’estinzione e che oggi rappresenta uno degli orgogli aziendali. La produzione non è altissima, 130mila bottiglie l’anno, e viene destinata un po’ in tutto il mondo, in particolare negli Usa, ma una quota significativa viene trattenuta proprio perché sia degustata all’interno della cantina avveniristica, una delle più belle del territorio emiliano romagnolo, inaugurata cinque anni fa e realizzata in un luogo davvero unico: l’Oasi faunistica della valle del Conca, una riserva naturale adagiata sulle colline di San Clemente davanti al mare di Rimini.

VILLA CON PISCINA E SETTE CAMERE

L’oasi è una riserva naturale che si estende per oltre 700 ettari tra la foce del fiume Conca e Morciano di Romagna. Nasce alla fine degli anni ’80 con l’intento di dare la possibilità di riproduzione ad alcune specie protette e qui si possono trovare specie molto rare di uccelli come la cicogna nera, l’airone bianco maggiore e il pellicano. È percorsa da piste ciclabili e pedonali, che collegano in pochi chilometri la cantina al mare di Portoverde. Per chi ama pedalare, è disponibile un servizio di noleggio di bici anche a pedalata assistita, in collaborazione con Romagna Bike, che permette di approfondire la conoscenza del territorio. La novità più recente si chiama Villa Yeppa ed è diventata la sede dell’hospitality. Nasce dall’iniziativa di Stephen Peterson, un ristoratore di Atlanta (il ristorante si chiama Yeppa, come la villa) specializzato in cucina romagnola e che “vende” i soggiorni direttamente ai clienti top del suo ristorante: mentre mangiano, prenotano le vacanze in Romagna. La villa si trova quasi di fronte alla cantina, è di proprietà del ristoratore ma la gestisce Lorenzi. Non è ancora prenotabile tramite Booking ma ci stanno pensando. In genere si vende a blocco intero, come amano gli americani, con le sue sette camere e una capienza complessiva di 16 posti letto, ideale d’estate quando si può utilizzare la piscina.

La piscina di Villa Yeppa

VISITE CON TASTING

E nei mesi più freddi? A parte il fatto che il clima a Rimini è già diverso da quello della pianura padana, decisamente più mite se non soffia la bora, ma anche in pieno inverno la visita da Enio Ottaviani ha il suo fascino e offre parecchie soddisfazioni. Nel periodo natalizio viene allestito un vero e proprio villaggio del Natale, con le castagne sempre sul fuoco, il camino acceso e naturalmente il vino pronto da degustare all’aperto o più comodamente al calduccio in cantina. Le visite in cantina sono prenotabili tramite sito e prevedono diverse formule, tutte offerte allo stesso prezzo (40 euro) e con la stessa durata (un’ora): c’è il percorso dedicato agli autoctoni, quello ai vini territoriali e quello ai soli vini bianchi, naturalmente i vini in abbinamento ai salumi del territorio (quelli della Macelleria Stringati di Cattolica) e ai formaggi di Cau e Spada, senza dimenticare l’eccellente olio extra vergine di oliva anch’esso prodotto da Enio Ottaviani. Ad ogni modo, senza dover prenotare la visita in cantina, il wine bar e la cucina sono sempre aperti con le focacce di stagione (quella novembrina era dedicata al sottobosco, con funghi porcini e cavolo cappuccio) e con la possibilità di degustare al calice o a bottiglia. Senza contare gli appuntamenti “fuori programma” che caratterizzano la vita aziendale: il Bollito Day, le “colazioni come una volta”, le grigliate, l’accoglienza riservata ai ciclisti che attraversano l’oasi. È la Romagna, bellezza.

VITICOLTURA SOSTENIBILE

“Facciamo vino per gli amici, perché la convivialità è un valore prezioso e il vino è l’espressione massima della gioia a tavola”, dice Massimo Lorenzi. Con il fratello Davide, e con i cugini Milena e Marco Tonelli, ha ereditato la conduzione dell’azienda fondata dal nonno Enio, commerciante di vino in damigiana. Il cambio di veste, passando dal commercio alla produzione diretta, risale al 2007: fu allora che la nuova compagine decise di investire in viticoltura, acquistando le prime vigne a San Clemente e cominciando a produrre il vino, dando vita a un’intera filiera produttiva. La produzione attuale spazia dai vini più complessi – come il cru di Sangiovese Dado – a quelli della quotidianità, come il Caciara sempre da uva Sangiovese o come il Pagadebit (nome curioso, deriva dal fatto che i contadini lo utilizzavano per “pagare i debiti” contratti nell’annata precedente) Strati o il blend Clemente Primo (Bianco Rubicone Igp). Tra i vini più premiati c’è il Rebola Colli di Rimini che ha conquistato i cinque grappoli Bibenda, le quattro viti Ais e oltre 90 punti da Doctor Wine. Questi vini sono il frutto di un metodo produttivo rispettoso dell’ambiente: zero glicosilati e diserbi meccanici, tappi Nomacorc per i vini rossi, azzeramento della plastica dal prossimo anno, uso esclusivo di carta riciclata e divieto di fumo in tutta l’Oasi faunistica. Infine, oltre all’olio, la produzione di Enio Ottaviani include anche il miele con gli alveari collocati in prossimità dei vigneti, scelta che permette all’azienda di ridurre ulteriormente i trattamenti perché ci pensano le api, con la loro azione cicatrizzante sugli acini d’uva.

Vendemmia in Enio Ottaviani