Enoturismo: istruzioni per l’uso

di redazione
Presentato il libro a firma Stefàno – Cinelli Colombini che mira ad inquadrare il fenomeno enoturistico nell’Italia post pandemia.

Presentato il libro a firma Stefàno – Cinelli Colombini che mira ad inquadrare il fenomeno enoturistico nell’Italia post pandemia.

Presentato a Roma, nella sala stampa del Senato della Repubblica, “Turismo del vino in Italia: storia, normativa e buone pratiche“ (Edagricole), il primo manuale pubblicato dopo l’approvazione della legge che norma l’enoturismo, scritto a quattro mani dal senatore Dario Stefàno e dalla produttrice Donatella Cinelli Colombini. Alla conferenza erano presenti, tra gli altri i ministri Stefano Patuanelli, Dario Franceschini e Massimo Garavaglia.

“Aver normato l’enoturismo – ha commentato il senatore Stefàno – è stato un primo obiettivo importante per un Paese come il nostro che vanta una ampelografica unica al mondo e una potenzialità di sviluppo senza eguali, che però necessitavano di una legittimazione normativa. Ora a quel passaggio deve seguire una capacità strategica fuori dal comune, perché l’enoturismo può essere una leva competitiva importante anche in chiave di ripartenza, poiché ci permette di qualificare l’offerta turistica con tratto identitario esclusivo, qual è il nostro vino. L’Italia, sappiamo bene, è conosciuta nel mondo anche per i suoi vini e i turisti stranieri scelgono l’Italia come destinazione perché attratti anche dalla nostra enogastronomia. Certo, oggi assistiamo al crollo del turismo estero, causato dalla pandemia che ha messo in ginocchio ristoranti, alberghi e città d’arte. Occorrono – conclude Stefàno – lungimiranza e un nuovo modello di turismo, ma anche di agricoltura e di imprenditori: giovani, digitalizzati e rispettosi della natura, capaci di accorciare la catena alimentare, innalzare la cultura del mangiare sano valorizzando le nostre identità con linguaggio competente ed elevata professionalità”.

“Bisogna, dunque, tener conto dei cambiamenti intervenuti nell’enoturismo a seguito dell’epidemia Covid19 – ha sottolineato Donatella Cinelli Colombini – che sono essenzialmente quattro: la necessità delle cantine di differenziarsi di fronte a visitatori che chiedono esperienze e scoperte, il ruolo accresciuto della connettività Internet e le nuove modalità di prenotazione, il cambio di target con una crescita delle donne e degli “enoturisti per caso”, gli effetti di una sensibilità ambientale più accentuata che in passato. Occorre seguire l’esempio dei Paesi – come Australia e Scozia – che hanno riattivato turismo e i consumi nella ristorazione puntando sulle eccellenze enogastronomiche”.

“È sempre più centrale il ruolo dell’enogastronomia nel turismo -, il commento del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli -. L’emergenza sanitaria ha bloccato a livello globale un miliardo e quattrocento milioni di viaggiatori l’anno con un business mondiale intorno ai 1.300 miliardi di euro. Le destinazioni del turismo del vino, grazie alla loro diffusione sul territorio nazionale, alla disponibilità di spazi aperti, sono sembrate subito una valida alternativa alle tradizionali destinazioni di viaggio. In questo quadro, l’Italia vanta il primato in Europa dell’offerta enoturistica con circa 8mila cantine attrezzate per l’accoglienza, 20-25mila cantine aperte al pubblico per la vendita del vino e 150 strade del vino. L’enoturismo è una delle punte più avanzate della multifunzionalità e della diversificazione delle attività agricole della Penisola e costituisce uno degli strumenti più validi ed efficaci per lo sviluppo dei sistemi rurali e per la promozione e tutela delle eccellenze italiane”

Dal canto suo Dario Franceschini, ministro della cultura ritiene che “La cultura del vino è parte integrante dei caratteri originali del nostro Paese, anche nel suo aspetto fisico, se non altro perché contribuisce a rendere unico il paesaggio della Penisola al punto che alcuni territori vitivinicoli sono riconosciuti patrimonio Unesco. Una eccellenza tutta italiana da scoprire o riscoprire in queste pagine”.

“Un libro interessante, curioso, pieno di aneddoti (come quello su Carlo Magno). E che ci fa scoprire le Regioni d’Italia inseguendo i propri vini… E che Dio benedica gli astemi che non sanno quel che si perdono!”, ha concluso il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.