Dove finisce Verona e inizia Vicenza, abbiamo scoperto un’azienda interprete dei vini del territorio, come il Recioto, il Durello, il Vin Santo e i grandi rossi dei Berici
Un territorio inaspettato, che si inserisce a cavallo di una valle agricola (quella dell’Alpone) e una industriale (quella del Chiampo), laddove termina la provincia di Verona e inizia quella di Vicenza. Salendo dalla valle del Chiampo, dove le concerie dominano la scena, uno non si aspetta di entrare in un paesaggio così “poetico” e armonico, tra colline dolci e frutteti, come quello che caratterizza la località di Selva. Ed è qui che incontriamo, nel nostro viaggio tra le cantine d’Italia, la realtà di Cavazza.
TRA RECIOTO E TAI ROSSO
Elisa rappresenta la quarta generazione dei Cavazza, la cui storia inizia nel 1928 quando il bisnonno Giovanni si trasferì da Montecchia di Crosara, quindi dalla provincia di Verona, a Selva di Montebello. E qui inizia a coltivare la vite. Oggi la proprietà è importante, con 130 ettari vitati e una produzione complessiva di 600mila bottiglie, di cui il 60% sono vini bianchi e oltre il 90% sono vini a denominazione tra Gambellara Classico Doc, Recioto di Gambellara classico Docg, Vin Santo Classico Doc. “Siamo partiti con una casa e un campo di terra, siamo cresciuti con l’agricoltura e poi, a partire dagli anni Sessanta, ci siamo focalizzati sul vino”, racconta Elisa. L’espansione è avvenuta anche in altri territori, in particolare sui Berici dove, per intercettare la richiesta di vini rossi da esportazione, è stata acquisita una tenuta di 40 ettari, Tenuta Cicogna, dedicata ai bordolesi, al Syrah e all’autoctono Tai Rosso. Qui, sui Berici, si trova anche la foresteria che viene utilizzata per accogliere i clienti principali, mentre il luogo della visita e delle degustazioni è a Selva di Montebello, nella sede principale di Cavazza. Scopriamo quindi quel che offre l’azienda in termini di ospitalità.

Elisa Cavazza
TRE FORMULE DI ACCOGLIENZA
La visita prevede un tour della cantina, del “fruttaio” utilizzato per l’appassimento delle uve (il sistema utilizzato comunemente nella zona di Verona) e della barricaia. Si prenota tramite mail o telefonando in azienda, dove è anche presente una zona per le degustazioni e uno shop aziendale per portarsi a casa il famoso “promemoria”. L’offerta base, a 20 euro a persona, comprende la degustazione di tre vini (Bocara, Tai Rosso e Durello millesimato) e la visita in cantina.
Il pacchetto intermedio prevede la degustazione di due versioni di bianco (Bocara e Creari) e due di Tai Rosso (quello della linea Classici e il Corallo della linea Identità) a 35 euro. Il pacchetto premium, a 50 euro a persona, è focalizzato sulla linea di Tenuta Cicogna e quindi rappresenta un focus sui grandi rossi del territorio berico.
LE ATTRAZIONI DEL TERRITORIO
Un viaggio a Selva di Montebello rappresenta anche l’occasione per degustare la cucina del territorio. Dove? La prima soluzione è il ristorante La Marescialla, in attività dal 1979 in località Capitello: tra i piatti da provare spiccano i tortellini di Valeggio su fonduta di parmigiano e con tartufo nero fresco, naturalmente il baccalà alla vicentina e il loro goloso tiramisù. Giù a Gambellara, invece, c’è il sempre positivo Al Castello, antica osteria che offre un menu degustazione da 5 portate a 58 euro a testa: da non perdere il loro risotto con pesto di pistacchio e gambero rosso crudo di Sicilia. Per il pernottamento, a Montebello troviamo l’hotel Fracanzana con annesso ristorante e ad Altavilla Vicentina c’è Crichelon, agriturismo con ristorante e camere. Sono luoghi ideali come punto di partenza per andare a scoprire le vicine ville del Palladio e, in località Montecchio, la suggestiva Fondazione Bisazza, sede di eventi, mostre e installazioni, realizzata dalla famiglia proprietaria della nota griffe del mosaico.

L’azienda a Selva di Montebello