La manifestazione promuove, attraverso lo sport, le cantine e i sentieri trekking di un territorio troppo spesso conosciuto solo per le bellezze della sua costa.
Un’iniziativa che passa per lo sport e per la corsa, per cambiare il turismo e spostarlo dalla costa a un entroterra dove il vino è un atto eroico, su pendenze che arrivano fino a oltre 300m slm. Siamo in Liguria, nelle Cinque Terre, dove una piccola associazione ha lanciato Sciacchetrail. Il nome è geniale e mette insieme il celebre vino del territorio, lo Sciacchetrà, e la parola ‘trail’, percorso, con riferimento al trail running, un tipo di corsa in mezzo alla natura, per attrarre un turismo interessato all’ambiente e allo sport mettendo l’accento sul vino e le cantine della zona.
UNA CANTINA OGNI 2 KM
Si parte appunto da un percorso, che si snoda lungo la costa e le aree più interne tra zero e oltre 700m sul livello del mare, circa 46 km (quindi tecnicamente un Ultratrail), che serpeggiano incrociando 23 aziende vitivinicole, quasi tutte piccolissime. In pratica, una media di una cantina ogni 2 km.
L’idea non è ovviamente quella di organizzare delle soste in cantina per gli atleti – il vino lo si potrà pure dire ‘minerale’, ma non può certo fungere da integratore -, bensì di portare l’attenzione su un entroterra che resta in ombra rispetto alle case variopinte della costa, destinazione di tour in barca e crocieristi con un turismo più massificato, che spesso morde e fugge, anziché fermarsi ad approfondire il volto enologico della zona.
“L’aspetto più difficile è far capire ai turisti che qui esiste anche il vino e che le Cinque Terre si chiamano così anche per questo – dice Yvonne Riccobaldi, sommelier locale e coordinatrice della parte vino della manifestazione -. Le cinque terre sono belle e instagrammabili ma non sono niente rispetto a tutto il mondo che c’è dietro”.
E per andare oltre il waterfront, lo Sciacchetrail parte da Monterosso e si dirige subito verso i percorsi meno conosciuti dell’entroterra, per poi virare a sud e ritrovare la costa all’altezza di Riomaggiore. Da qui si risale verso nord tra i vigneti di Bosco, Albarola e Vermentino a picco sul mare, per ricongiungersi in un anello alla partenza.
photo credit: Sciacchetrail
FOCUS SUL VINO
In concomitanza con la corsa viene organizzata a Monterosso, nella zona di partenza del giro, una degustazione di Sciacchetrà dedicata agli appassionati, che mette insieme tutti i produttori della zona, con la possibilità di assaggiare anche altre referenze oltre al celebre passito.
Prodotto da uve dei vitigni Bosco, Albarola e Vermentino, lo Sciacchetrà è uno dei vini più caratteristici della costa ligure, Doc dal 1973. Sull’origine del nome ci sono ancora incertezze. C’è chi lo collega al termine semitico ‘shekar’ col quale nella Palestina di 3.000 anni fa venivano definite le bevande fermentate. Altri lo riconducono al verbo dialettale ‘sciacàa’, ossia ‘schiacciare’, con riferimento l’operazione di pigiatura dell’uva.
Con un colore caldo e ambrato e un bouquet che ricorda la frutta essiccata e la macchia mediterranea, lo Sciacchetrà offre sorsi dolci ma equilibrati, vellutati e intensi, bilanciati dalla sapidità e da una lievissima velatura tannica.
Oltre alle degustazioni in occasione della gara, durante il resto dell’anno l’associazione organizza anche attività formative per i produttori, tra cui tavole rotonde con enologi ed esperti esterni, per aiutarli attraverso il confronto con le altre zone vitivinicole.
photo credit: Sciacchetrail
LA RIVALORIZZAZIONE DEI SENTIERI INTERNI
La prima manifestazione è stata organizzata nel 2015 e da allora si tiene ogni anno in aprile. Dopo una sospensione di due anni dovuta alla pandemia, la sesta edizione è prevista per il 2 aprile 2022 e sarà aperta a 300 partecipanti.
“Oltre a promuovere lo sport e il vino, la gara ci permette di rilanciare anche i sentieri interni, che di solito sono meno conosciuti rispetto a quelli vicini al mare”, dice Christine Godfrey, americana innamorata di questi luoghi, che da 25 anni vive qui e che assieme al marito è stata una delle promotrici di Sciacchetrail.
I sentieri, perfetti per il trekking, attraversano il Parco Nazionale delle Cinque Terre, tra tratti alla portata di tutti e tratti più difficili e consigliati per escursionisti più esperti, prontamente segnalati. Per dare ai turisti la possibilità di scegliere anche vie più brevi, il percorso è stato suddiviso in tre parti, che permettono di spezzare il tour in più giornate.
TAPPE GOLOSE E SOSTE RELAX
Lungo il percorso o a poca distanza non mancano le soste dedicate al palato. A Riomaggiore, non lontano dal sentiero e con vista panoramica, il ristorante Fuori Rotta punta su una cucina mediterranea rivisitata in chiave gourmet, mentre vicino al tratto di Manarola si trovano l’enoteca Cappun Magru, con piatti e spuntini della tradizione e a Piè de Campu – La Focaccia, dove si organizzano anche degustazioni di vini a tema. A Volastra, la Locanda Tiabuscion accoglie i visitatori in un ambiente dal design accogliente ed essenziale come i sapori della tavola e, nel borgo di Corniglia, è consigliata una tappa all’Osteria A Cantina de Mananan. A Vernazza, l’Ananasso Bar è aperto dalla colazione fino a tarda sera per una pausa con vista porto. I proprietari gestiscono anche la pizzeria NuSeSa, di fianco. Vicino al sentiero in zona Monterosso ci si può fermare a La Cantina di Miky per una sosta gustosa dal sapore di mare, mentre in centro Il Frantoio è il regno della focaccia.
Per il pernottamento, Sciacchetrail collabora con alcune strutture convenzionate, tra cui il b&b Da Baranin, Casa Capellini e l’hotel Marina Piccola a Manarola, l’albergo Luna di Marzo a Volastra, Villa Mesco e l’hotel Villa Adriana a Monterosso e, sempre in zona, il Santuario di Nostra Signora di Soviore, che offre alloggio nella casa di ospitalità e nell’ostello, ma anche la possibilità di apprezzare piatti tipici e stagionali nel proprio ristorante.photo credit: ristorante Fuori Rotta