Cronache dalla terza giornata di tour Bike&Wine press, che ha portato Andrea Guolo e Giambattista Marchetto in alcune aziende storiche della denominazione del Gallo Nero
di Andrea Guolo e Giambattista Marchetto
Il sole non splende ma almeno la pioggia, data per incessante compagna lungo il percorso di questo primo tour Bike&Wine Press, si è presentata in maniera saltuaria. Come è avvenuto alla partenza del terzo giorno – da Podere Casenuove in quel di Panzano in Chianti, per una tappa denominata Chianti Classico Tour – caratterizzata da una pioggia battente solo per il primo tratto fino a Castellina, dove abbiamo fatto una sosta di rito davanti al monumento del Gallo Nero che caratterizza la denominazione Chianti Classico indossando le magliette ciclistiche a tema donate dal Consorzio.
Ancora inzuppati, ma con il tempo volto alla clemenza, siamo arrivati a Fonterutoli per il primo incontro della giornata con Francesco Mazzei, la cui famiglia opera nel vino dal 1435 ed è presente con proprietà anche in Maremma e a Noto in Sicilia. Dopo il cambio vestiti, la visita della cantina-wow (ideata dalla sorella di Francesco, Agnese Mazzei) e il tasting, che ci ha permesso di ritrovare l’eleganza delle tre Gran Selezione firmate Mazzei: il Vicoregio, il Castello Fonterutoli e il Badiola. E poi la bellezza di un caffè nel borgo antico di Fonterutoli, dove l’attività di accoglienza della famiglia Mazzei convive con la presenza di famiglie locali in una bella armonia di esperienze.
Un breve percorso in discesa ci ha portati alla Tenuta San Leonino del gruppo Bertani Domains (proprietà Angelini) dove ci attendeva un clamoroso cambio maglia: via quella del Chianti Classico per indossare una t-shirt con lo slogan “Io Governo” che non intende tanto la volontà di soffiare il posto di premier a Mario Draghi, quanto piuttosto il piacere nel degustare il cosiddetto governo all’uso toscano un tempo in auge per i vini e rilanciato proprio da San Leonino. Non a caso, la successiva degustazione inizia con il Governo per poi proseguire con le varie tipologie di Chianti Classico fino alla Gran Selezione. Vini di intrigante complessità, in particolare la riserva Monsenese.
Una tragica sorpresa però ci attendeva: la destinazione successiva, apparentemente vicina, in realtà dista oltre 20 km di strade “fantasiose” lungo le quali troveremo di tutto, compreso un torrente da guadare. Le bici di Renzo Toni di Ciclofficina Valli Bolognesi però non temono il terreno insidioso e ci conducono a compiere l’impresa che è proprio il caso di definire “eroica” perché l’arrivo è fissato all’Eroica Caffè situato ai piedi del castello di Brolio e di fronte all’azienda storica del territorio ovvero Barone Ricasoli. Ad attenderci, nonostante un’ora e mezzo di ritardo, c’era il barone Francesco Ricasoli in persona, oggi a capo di un’azienda fondata nel 1141 e prima in Chianti Classico per estensione. Oltre all’intervista di rito, passerà alla storia la foto con il barone che recupera per l’occasione la sua Bianchi vintage con la “targa” che riproduce proprio l’anno di fondazione.
La tappa Chianti Classico Tour è densa di soddisfazioni, ma la pioggia è dietro l’angolo e così un piccolo scroscio ci accompagna fino a Castello di Meleto, altro luogo incantevole per posizione, rispetto per l’ambiente (tutto biologico) e per l’omonimo castello che apre le sue porte alla nostra curiosità grazie alla disponibilità del general manager Michele Cortantese. E qui la degustazione diventa particolarmente ampia, dai Chianti Classico base e Riserva alle Gran Selezione Casi e Poggiarso, che spiccano per eleganza e intensità tanto nei profumi quando al palato, fino alla malvasia nera in purezza Camboi. Il castello è un gioiello che oggi rappresenta la punta di diamante dell’offerta di hospitality dell’azienda. La “chicca” della struttura? Il teatrino realizzato dagli antichi proprietari per sopportare i tempi di isolamento a causa delle guerre, segno che ogni epoca ha avuto il suo Netflix o Amazon Prime di riferimento.
Gli ultimi 15 km della giornata sono faticosi, ma il punto di arrivo è di quelli che lasciano a bocca aperta. Borgo San Felice, proprietà Allianz a Castelnuovo Berardenga, fu acquisito in condizioni davvero precarie e oggi è uno dei resort italiani più famosi al mondo, appartenente alla associazione Relais & Châteaux di cui il general manager del Borgo, Danilo Guerrini, è il delegato per l’Italia. L’accoglienza è quella delle grandi occasioni. A noi e al delegato Fiab per Siena e per la Toscana, Alberto Paggetti, salito per l’occasione, si presenta l’enologo della tenuta, Leonardo Bellaccini, con due bottiglie dei migliori vini prodotti in loco. Visita in cantina, tasting delle punte di diamante prodotte nelle altre cantine del gruppo (Montalcino e Bolgheri) e poi cena alla presenza di Guerrini, i cui racconti sono preziosi per comprendere la storia di Borgo San Felice, gli investimenti in atto e la voglia di ripartire ad accogliere non solo i turisti italiani, che la scorsa estate hanno garantito un tasso di occupazione sorprendentemente alto per la struttura, ma anche finalmente gli internazionali a partire dagli americani.