Fattoria dei Barbi, scrigno della storia di Montalcino

di redazione

Un’articolata degustazione alla scoperta delle etichette più rappresentative, con un focus sul Brunello, tra passato, presente e futuro

di Giambattista Marchetto e Federica Borasio

Un luogo dove ripercorrere la storia di Montalcino, in cui il tempo, i personaggi e le vicende che hanno contribuito a far crescere questo territorio e il suo Brunello sembrano parte integrante della cantina, come se assieme a botti e caratelli aiutassero il vino a respirare e maturare.

Con oltre due secoli di storia, la Fattoria dei Barbi è forse l’unica azienda ilcinese ancora guidata dalla famiglia che l’ha fondata nel 1790, i Colombini, originari di Siena e di base a Montalcino dal 1352. Oggi la proprietà è affidata all’amministratore delegato Stefano Cinelli Colombini e oltre alla tenuta di Montalcino ne comprende anche una a Scansano (GR), l’Aquilaia dei Barbi, per una superficie totale di 325 ettari, di cui oltre 86 coltivati a vigneto, poi oliveti, campi a seminativo e boschi.

LE TENUTE

La Fattoria dei Barbi a Montalcino è il principale polo produttivo dell’azienda, con 204 ettari, dei quali 56 a vigneto su suoli perlopiù galestrosi e con presenza di argille. Per un approccio più sostenibile, a partire dagli anni ‘90 il sistema di allevamento adottato è il cordone libero, che permette di ridurre il fabbisogno di acqua e non necessita di sfogliature manuali o di riduzione del carico di uva.

La produzione vinicola della tenuta sfiora le 400mila bottiglie, tra le quali spicca per volumi il Brunello di Montalcino Docg (da 170mila a 220mila a seconda delle annate), seguito da Rosso di Montalcino Doc (circa 90mila) e Brusco dei Barbi Igt (circa 100mila). Solo nelle migliori annate vengono prodotti il Brunello Riserva e la selezione Brunello Vigna del Fiore. Quest’ultimo è frutto delle migliori uve dell’omonimo vigneto, un unico appezzamento di 5,7 ettari in cui la vite è coltivata dal 1.500, il più a sud di tutta l’azienda e anche uno dei più antichi.

È invece di proprietà di famiglia dal 1997 l’Aquilaia dei Barbi, a Scansano. Una tenuta di 102 ettari, di cui 22 vitati situati su una collina a 250 metri di altitudine e in vista del Mar Tirreno. Una posizione in cui il micro-clima è favorito dal mare, con giorni caldi e luminosi e notti fresche grazie alle brezze marine. Qui si producono dalle 200mila alle 300mila bottiglie l’anno a seconda delle annate, tra Morellino di Scansano Docg (80mila), Maremma Toscana Doc (27mila) e Igt, il bianco Vermentino e il rosso Birbone Toscano (4-5mila ciascuno), più Igt Toscana.

NON SOLO VINO

Ma la Fattoria dei Barbi è molto più che una cantina e la produzione di vino si integra con ospitalità, ristorazione, cultura e molto altro. Progettata fin dall’inizio sia come luogo di lavoro che per accogliere i visitatori, la Fattoria è la prima azienda d’Italia ad aver aperto le porte al pubblico nel 1949.

Adiacente alla cantina, la Taverna dei Barbi offre piatti della tradizione toscana ‘di villa’, rivisitati in chiave moderna dallo chef Maurizio Iannicello. E da poco, dopo un periodo di ristrutturazione, è nuovamente attivo il Caseificio dei Barbi con la produzione di ricotte e formaggi di pecora locali, soprattutto nello storico formato da 330 g dei “Cacini dei Barbi”.

Per chi invece vuole conoscere la storia di Montalcino e dei montalcinesi, nel 2006 a pochi passi dalla cantina, Stefano Cinelli Colombini ha fondato il Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello. Oltre 1.000 metri quadrati di esposizione di antichi oggetti, arredi, giochi, attrezzi agricoli e artigiani, fotografie d’epoca, documenti e video. Ma anche bottiglie e storie raccolte da tutti i produttori della zona, per scoprire le radici e le ragioni di un mito enologico mondiale.

DEGUSTAZIONE

Un viaggio attraverso i calici tra le tenute della Fattoria dei Barbi, degustando alcuni tra i vini più iconici come l’Igt Brusco dei Barbi e il Vin Santo, il Rosso di Montalcino 2019, il Maremma Doc e, ovviamente, il Brunello, confrontando l’annata 2016 con un’anteprima da botte della 2017, ma anche la selezione Vigna del Fiore 2016 e la Riserva 2015 con un assaggio dell’annata 1991, quando la Riserva veniva proprio dalla Vigna del Fiore.

Brusco dei Barbi, Rosso Toscana Igt 2018

Uvaggio: 90-95% sangiovese e altri vitigni a bacca rossa
Vinificazione: pigio-diraspatura delle uve e abbattimento di temperatura fino a 16°C per ottenere maggiore estrazione del contenuto di antociani e polifenoli dalle bucce dell’uva e maggiore stabilità del colore. Fermentazione alcolica di 10-12 giorni a una temperatura controllata di 27-28°C
Affinamento: in vasche d’acciaio

Rosso rubino quasi porpora, intenso e di bella lucentezza. Al naso aromi di visciola e susina, note pepate e balsamiche che richiamano il rosmarino in fiore, la lavanda e le sensazioni erbacee e di sottobosco. Il palato è fresco e dal tannino rugoso che asciuga il sorso accompagnandone la scorrevolezza. Un vino orientato sulle durezze, dalla beva “pericolosamente” agile e piacevole. Dalla cantina viene suggerito l’abbinamento con la pizza, una combinazione da provare.

Maremma Toscana Doc 2017

Uvaggio: 50% sangiovese e la restante in percentuali merlot, Alicante, cabernet sauvignon, petit verdot
Vinificazione: raffreddamento delle uve a 18° C prima della vinificazione per salvare al massimo i profumi e i sentori fruttati. Fermentazione lenta di circa 2 settimane a una temperatura controllata di massimo 28° C
Affinamento: in vasche d’acciaio (salvo, in alcune annate, un piccolo passaggio in legno di 2 mesi)

Rosso porpora intenso, con aromi decisi di piccoli frutti rossi, mora, mirtillo, ciliegia e ribes nero, uniti a note erbaceee e di sottobosco e una sfumatura pepata. In bocca è morbido, con una sensazione di frutta matura e polposa, ben bilanciata dalla freschezza e da un velo tannico morbido.

Rosso di Montalcino Doc 2019

Uvaggio: 100% sangiovese
Vinificazione: fermentazione alcolica di 12-13 giorni a temperatura controllata di 26-28°C
Affinamento: circa 6 mesi in vasche d’acciaio e successivo passaggio in botti grandi di rovere di Slavonia

Rosso rubino vivo e lucente. Al naso le note mentolate accompagnano una ciliegia matura, che torna subito al palato assieme a una freschezza tesa e intensa. Il sorso è scorrevole e chiude con sfumature floreali di rosa canina.

Brunello di Montalcino Docg 2016 e l’anteprima da botte dell’annata 2017
Uvaggio: 100% sangiovese

Vinificazione: pigio-diraspatura e rapido abbattimento di temperatura fino a 16°C, in ambiente protetto dalla CO2 per ottenere maggiore estrazione del contenuto in antociani e polifenoli. Fermentazione alcolica di 16-17 giorni a una temperatura controllata di 27-28° C. Alla svinatura segue la fermentazione malolattica.
Affinamento: riposo per almeno 2 anni in legni medio-piccoli di 2,25 hl e 15 hl e successivo passaggio in botti di capacità superiore. Segue affinamento in bottiglia al almeno 4 mesi

Di un rosso rubino intenso e luminoso. All’olfatto regala aromi di marasca e sfumature balsamiche mentolate, note di arancio e grafite completate da toni floreali. In bocca è fresco, dalla trama tannica composta, accompagnata da ricordi balsamici che allungano il finale. Un vino che non si lascia ancora comprendere fino infondo e che ha sicuramente ancora molto da rivelare negli anni a venire.

A confronto, l’annata 2017 si mostra subito più immediata e leggibile, a partire dal bouquet, che richiama un frutto più maturo e una balsamicità più ampia. Al palato si dilata in sensazioni intense di frutto, con un gusto già godibile nonostante la giovinezza, scaldando verso il finale con ritorni speziati e mentolati.

Vigna del Fiore, Brunello di Montalcino Docg 2016

Uvaggio: 100% sangiovese
Vinificazione: pigio-diraspatura ed eventuale criomacerazione, in base all’andamento stagionale, per ottenere maggiore estrazione del contenuto in antociani e polifenoli. Fermentazione di 16-19 giorni a una temperatura controllata di 27-28° C. Alla svinatura segue la fermentazione malolattica.
Affinamento: almeno 2 anni in botti di piccola e media capacità con successivo passaggio in botte grande. Seguono almeno 4 mesi di riposo in bottiglia

Rosso rubino intenso tendente al granato e di buona lucentezza. Al naso rivela un bouquet ampio, che parla di amarena e note aranciate, tabacco, anice, cacao amaro, accenni pietrosi e toni balsamici di eucalipto. In bocca entra vellutato, bilanciato da una freschezza tesa e da una piacevole sapidità. La trama tannica è uniforme e levigata e il finale si allunga richiamando il cacao, il tabacco e la liquirizia.

Brunello di Montalcino Docg Riserva 2015

Uvaggio: 100% sangiovese
Vinificazione: pigio-diraspatura e rapido abbattimento di temperatura fino a 16° C in ambiente protetto dalla CO2, per ottenere maggiore estrazione del contenuto in antociani e polifenoli. Fermentazione alcolica di 16-17 giorni a una temperatura controllata di 27-28° C. Alla svinatura segue la fermentazione malolattica
Affinamento: in botti di medio-piccola capacità di 2,25 hl e 15 hl e successivo passaggio in botti a capacità superior, per un totale di almeno 3 anni in legno. Seguono almeno 6 mesi di riposo in bottiglia

Un calice rosso rubino intenso che sfuma verso il granato. Al naso marasca e piccoli frutti, assieme a note di affinamento, spezia pepata, tabacco e liquirizia. In bocca rivela corpo e complessità, un sorso fresco e dai ritorni fruttati polposi con un tannino ancora giovane, che porta con sé sfumature speziate.

Brunello di Montalcino Riserva 1991 – dalla Vigna del Fiore

Una stagione non facile la 1991, caratterizzata da una primavera fredda che ha influito sulla dimensione degli acini, più piccoli e concentrati, a cui hanno fatto seguito un’estate calda e un autunno piovoso. Arrivata dopo un’annata – la 1990 – considerata eccellente e quindi forse passata un po’ in secondo piano, ha invece dato il meglio durante l’invecchiamento.

Allo sguardo si presenta di un colore rosso granato scuro, scarico verso i lati del calice. Il naso è ancora vivace e complesso, con un frutto che resta sulla ciliegia e sulla prugna, senza virare verso le sensazioni di tamarindo, frequenti nei Brunello più invecchiati. Il carattere resta floreale, ampliato da sensazioni di cacao amaro e da una bella sfumatura mentolata e di cipresso che rinfresca il bouquet. Il sorso è freschissimo, austero nel gusto, e richiama i toni del tabacco e una vena di grafite. Il tannino accompagna arrotondando il gusto e il finale si allunga in una sensazione che richiama l’arancia sanguinella.

Vin Santo del Chianti Doc 2012

Uvaggio: 55% trebbiano, 35% malvasia, 10% sangiovese
Vinificazione: le uve vengono lasciate appassire sui graticci fino a dicembre, al raggiungimento del giusto rapporto tra il contenuto in zuccheri e acqua. Ne segue una pressatura soffice
Affinamento: il mosto viene posto in piccoli caratelli di rovere insieme alla madre (residuo di Vin Santo della produzione precedente), fermenta lentamente e matura per anni

Ambra liquida nel calice. Il naso parla di albicocche essiccate e mandorle tostate, ricordi di incenso e note mielate che ricordano il corbezzolo. Al palato è morbido bilanciato da una freschezza viva. Un sorso dal gusto intenso e lungo, con ritorni di frutta secca e spezie.