Impietosi i numeri del volontariato territoriale, che ha risposto alla pandemia avviando iniziative sociali di sostegno alla popolazione.
L’emergenza Covid-19 ha spazzato via l’80% degli eventi e delle attività programmate per il 2020 dalle Pro Loco aderenti all’Unpli Aps. Nonostante ciò, il 65% di esse ha avviato iniziative sociali per fronteggiare la pandemia e il 50% ha fatto donazioni. Sono questi i principali dati resi noti nel corso della presentazione in Senato della ricerca “L’impatto del Covid-19 sul sistema delle Pro Loco d’Italia in ambito sociale, economico, turistico e culturale” realizzata da Cgia di Mestre-Centro Studi Sintesi.
“Questi numeri ci dimostrano che senza il volontariato non avremmo potuto far fronte a questa emergenza – ha sottolineato il senatore Antonio De Poli intervenendo stamane alla conferenza stampa. – Oggi ancor di più è necessario approvare il disegno di legge per il riconoscimento a livello normativo la realtà delle Pro Loco con l’obiettivo di ridurre il peso della burocrazia per amministratori locali e associazioni e soprattutto di valorizzare le realtà territoriali e tutelare l’operato dei volontari”.
Le Pro Loco si sono anche adoperate per garantire sostegno alla popolazione: il 34% ha distribuito mascherine e Dpi (16mila i volontari coinvolti), il 27% si è occupato della distribuzione di beni alimentari (9mila i volontari impegnati) per un impegno complessivo calcolato in 700mila ore di volontariato ed un controvalore di 23 milioni di euro. “Le Pro Loco hanno provato, ancora una volta, la capacità di essere risorse presenti e attive per i territori e le comunità che rappresentano. Hanno dimostrato di essere in grado di veicolare con efficacia e immediatezza grandi masse di volontariato verso macro e microprogetti in piena autonomia o in stretta collaborazione con altri soggetti della rete che nel tempo sono riuscite a costruire” ha sottolineato Andrea Favaretto direttore dello Studio Sintesi Cgia Mestre.
Un generoso impegno cui fa da contraltare il quasi azzeramento degli eventi. Basti considerare che sul fronte di sagre e fiere si è passati dalle 20mila del 2018 alle 3mila del 2020, che, tradotto in valore della produzione attivato, significa una contrazione di circa 1,5 miliardi di euro (dai 2,1 miliardi del 2018 ai 550 milioni del 2020) e 7.800 occupati. L’emergenza pandemica ha quasi azzerato anche le attività di servizio programmate nel 2020. Il 98% delle Pro Loco ha annullato quelle relative alla gestione, diretta o in compartecipazione, delle biblioteche; situazione pressoché identica per le medesime attività relative a musei (annullate dal 90% delle Pro Loco), siti naturalistici o di interesse ambientale (99%), siti storico-archeologici (98%) e ufficio informazioni turistiche (71%).