Olive ascolane e vino? Il vostro posto è Ama Terra

di Andrea Guolo

Una bio fattoria sociale tra le colline di Ascoli è il posto migliore dove provare questo imperdibile pairing. Un luogo magico, dove il recupero dalle dipendenze non contempla barriere e isolamento. Tanto da realizzare ogni anno, a inizio luglio, un open festival di teatro

Ci sono dei luoghi che ti entrano nel cuore. Ama Terra è uno di quelli. E non soltanto per i sapori che ti permette di provare, come l’imperdibile abbinamento tra le olive ascolane fatte in casa, nel laboratorio dove a preparare queste delizie – talmente buone che in centro ad Ascoli c’è chi ha deciso di friggere al momento quelle di Ama Terra – sono gli ospiti della comunità per persone svantaggiate (principalmente per il recupero dalle dipendenze), e il vino tipico del sud delle Marche. Ok i sapori, ma qui si viene anche e soprattutto per i saperi, per la sensibilità che questa comunità ha nei riguardi dell’ambiente che la ospita e che le offre la possibilità di un riscatto insieme alla terra. La scelta dell’agricoltura biologica è una conseguenza naturale di questo rispetto, che vige tra le persone all’interno e si manifesta verso l’esterno. Siamo scesi a Castel di Lama, provincia di Ascoli (ma in realtà si sale, perché qui è collina), con l’idea di dover affrontare le solite difficoltà che si vivono in una cooperativa sociale dove uno dei temi centrali è la tossicodipendenza. Si tratta di realtà dove la regola è l’isolamento, il controllo in entrata e uscita… Qui invece è tutto aperto. Al punto che, ogni anno, Ama Terra organizza un festival di teatro con grandissimi nomi del panorama attoriale e lo fa come lo si farebbe altrove, senza muri da superare, senza serrature da forzare. E senza distinzione tra ospiti ed esterni. Perché, come ci ha raccontato il fondatore e presidente della comunità, Francesco Cicchi: “I nostri ragazzi non possono vivere dentro una campana di vetro, in un luogo chiuso dove c’è una cura. Noi non li curiamo. Noi insegniamo che devono essere loro a prendersi cura di se stessi, mettendo al centro della scena la dignità umana e non la coercizione”.

Vigneti in Ama Terra

CHI CURA LA TERRA CURA SE STESSO

Ama Terra è una Bio Fattoria Sociale. Nasce ufficialmente nel 2010, ma questa storia ha radici più antiche, che risalgono agli anni Ottanta. Nel 1981 nasce l’associazione Ama, successivamente inglobata in Ama Aquilone per fusione tra due diverse realtà: la prima si occupava esclusivamente di recupero dalle tossicodipendenze, la seconda di persone svantaggiate in senso più ampio. La via dell’integrazione, fin dall’inizio, è stata individuata nel lavoro. “Avevamo i laboratori per la lavorazione del cuoio, per il restauro, per il vetro. Le occupazioni possibili non mancavano, ma io continuavo a guardare la terra coltivata a orzo, grano, qualche vigna la cui uva veniva conferita alla cantina sociale. C’erano molti ettari non curati, tenuti a pascolo, e io mi chiedevo che senso avesse tenere così una simile ricchezza” racconta Cicchi. Non fu semplice spostare l’asse delle attività dai servizi alla persona fino all’agricoltura, ma dopo un lungo confronto interno si capì che quella era la strada giusta. Del resto, per chi deve imparare a prendersi cura di sé, è importanre iniziare prendendosi cura della natura, osservando che a determinate cure corrispondono risultati talvolta immediati. Il punto di partenza fu il metodo bio, per tornare alle radici del proprio essere. Arrivarono gli ortaggi, gli animali, la trasfomazione della frutta in marmellate e conserve. “Ma io avevo la fissa del vino… e non mi spiego il perché, visto che sono astemio… la mia era una fissazione quasi immaginifica e ancestrale”. La vigna vera e propria non c’era, ma presto si presentò l’occasione: due ettari di terreno all’asta, già coltivati a vigneto, e la miglior offerta fu quella della cooperativa. Così, da quelle uve, nacque il primo vino, una Passerina: ecco Pietra, prima annata 2016. Oggi gli ettari vitati sono tre e mezzo, più altro mezzo che verrà impiantato in autunno, per un totale di 25mila bottiglie potenziali. E dal 2021 Ama Terra ha iniziato a venderlo non solo nelle Marche, ma anche fuori regione grazie anche alla prima partecipazione a Vinitaly, dove quest’anno è tornata a esporre dopo un passaggio a Slow Wine. Le etichette sono cinque, tra cui il top di gamma che dire top è quasi dire il nome del vino… visto che si chiama Il Topo (Syrah bio in purezza). Ma il preferito di chi vi scrive, indubbiamente, è René, 100% Sangiovese.

Francesco Cicchi

L’ACCOGLIENZA IN AZIENDA

Tra i progetti in cantiere c’è la nuova cantina, ma non solo. Con il terremoto del centro Italia, che nell’Ascolano ha picchiato duro, è crollata una vecchia casa colonica (di fine Settecento) e Ama Terra è riuscita a ottenere un finanziamento per ricostruirla dov’era e com’era. “In quell’edificio concretizzeremo il nostro progetto di turismo sociale” ci anticipa Cicchi. I tempi di conclusione dei lavori sono stimati in due anni. Arriveranno le camere per i turisti e si completerà la visione di una comunità terapeutica aperta a chi vuole visitare il territorio, conoscere le sue tradizioni, assaporare i suoi prodotti tipici e parlare con gli ospiti della comunità. Esattamente come già oggi accade durante tutto l’anno e in particolare, all’inizio di luglio, durante Ama Festival, quando Ama Terra diventa location di spettacoli ed eventi. “C’è tanta gente, c’è aria di festa e questo non ci preoccupa. In una comunità aperta non esistono barriere. Chi ha scelto di uscire dalla droga non deve essere recluso, deve essere accompagnato. E la costruzione del percorso si fa giorno per giorno, perchè non esistono verità assolute. Non diamo risposte, ma sappiamo farci domande. E questo vale per la terapia così come per l’agricoltura, che è innanzitutto una ricerca”.

Vacche al pascolo nei terreni della comunità

I PRODOTTI DA DEGUSTARE

In attesa che venga completato l’edificio, Ama Terra offre già qualcosa per l’ospitalità. Al suo interno c’è l’Osteria sociale, un luogo che rappresenta l’incontro fra il lavoro della terra e la convivialità fra persone. Qui si possono gustare i prodotti che la fattoria propone, coerentemente con la sua filosofia: ha ottenuto la certificazione plastic free e i suoi prodotti, esclusa la norcineria artigianale e il miele, sono certificati bio. Le cose più gustose? In vetta, per me, c’è il pane di Mirco, che è davvero speciale, risultato di grani antichi selezionati macinati all’interno del laboratorio secondo la tradizione delle antiche macine francesi, impastato con lievito madre e cotto nel forno a legna. E poi i sottoli preparati con le verdure dell’orto bio, le confetture, l’olio bio ottenuto da lavorazione a freddo delle olive coltivate in loco, la norcineria, il miele e naturalmente lei, la specialità del territorio che fa gola a tutti: l’oliva all’ascolana, preparata con gli ingredienti a km zero della cooperativa. Ottima in abbinamento con il Pietra, ma anche con il Piceno Superiore Ama. Ad ogni modo, i vini hanno uno stile che li rende dei veri e propri jolly in abbinamento perché, come ci racconta Massimo Urriani (enologo e direttore di Ama Terra): “Sangiovese, Montepulciano, Passerina e Pecorino sono i vitigni che identificano la nostra zona e noi vogliamo che emergano le loro vere caratteristiche. C’è un grande rispetto del territorio e della tipicità nei vini che produciamo”.

Il fornaio Mirco con il suo pane fresco

APPUNTAMENTO AL 2-3 LUGLIO

Ecco dunque l’occasione, a stretto giro, per visitare Casa Ama. Il 2-3 luglio si terrà la settima edizione di Ama Festival e sul palco saliranno Vittorino Andreoli, Giuseppe Frangi, Guido Catalano, Roberto Mercadini, Lucrezia Ercoli. Si tratta della settima edizione e sarà l’occasione per festeggiare il 40° anno della comunità, evento previsto per il 2021 e saltato causa pandemia. Il programma completo è disponibile nel sito ufficiale dell’evento.

Il Pecorino Docg Aquilone