Cleto Chiarli prepara il suo museo, ricreando l’antica osteria modenese

di Andrea Guolo

Nella tenuta di Castelvetro di Modena dedicata al Lambrusco premium, dove lo scorso anno sono stati accolti 4mila visitatori privati, la wine experience si arricchirà di una nuova offerta.

Tenuta Cialdini a Castelvetro (Modena) è il fiore all’occhiello del gruppo Chiarli 1860 e il luogo dedicato alla wine experience della Cleto Chiarli, la società agricola della famiglia Chiarli a cui fanno capo altre due tenute, sempre nel territorio modenese: Tenuta Sozzigalli a Sorbara e Tenuta Belvedere a Spilamberto. Il valore storico del possedimento di Castelvetro, terra di Lambrusco Grasparossa, è davvero notevole, perché qui nacque nel 1811 un generale e diplomatico passato alla storia, sebbene negli ultimi anni il valore della sua figura sia stato oggetto di revisione per i metodi adottati nella repressione del brigantaggio. Si tratta di Enrico Cialdini, generale dell’esercito sabaudo prima e del Regno d’Italia poi, infine ambasciatore in Spagna e in Francia. La villa rimase di proprietà della famiglia Cialdini fino agli anni Settanta dell’Ottocento, passando poi dopo varie traversie alla famiglia Chiarli. Ed è qui che ha sede la cantina di vinificazione che serve anche le altre tenute Cleto Chiarli.

Tasting in cantina da Cleto Chiarli

INAUGURAZIONE ENTRO FINE ANNO

Iniziamo dalla novità. È in arrivo, e dovrebbe essere inaugurato entro fine anno – si spera entro ottobre – un particolare museo, che arricchirà di contenuti la visita in azienda. “L’idea – racconta a italianwinetour Tommaso Chiarli, esponente di quinta generazione della famiglia e responsabile della comunicazione, ricoprendo anche l’incarico di commerciale per l’estero – è nata a seguito dell’acquisizione di una collezione di calici in vetro soffiato, per la maggior parte frutto della cultura vetraria locale emiliana. Da qui, abbiamo deciso di ricreare la storia della nostra azienda intrecciandola con la storia del consumo del vino nelle antiche osterie della zona”. Non si tratta, quindi, di un tradizionale museo dedicato all’arte del vino o alla cultura agricola e contadina, bensì di uno spazio di degustazione dove il tasting del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dop si svolge ammirando le esposizioni di ampolle, calici, i giochi presenti all’interno delle osterie, le antiche botti e tanti altri oggetti tradizionalmente presenti nei luoghi di consumo. “Qui si respirerà l’atmosfera dell’antica osteria modenese”, commenta Chiarli.

La facciata della storica Villa Cialdini

LA SFIDA DI CASTELVETRO

La cantina di Castelvetro, all’interno della Tenuta Cialdini, nasce nel 2001 e allora rappresentò una sfida difficile e ambiziosa per il territorio. Si trattava non solo di un investimento necessario per la vinificazione, ma anche di una volontà di “cambiare pagina” nella storia del Lambrusco, all’epoca quasi scomparso dalle enoteche e dalla ristorazione di fascia alta. “Abbiamo voluto scrivere un racconto attorno a questo vino, facendolo uscire dal contesto dell’industria per portarlo all’interno di un processo di filiera, partendo dai vigneti per arrivare alla tavola. I risultati ci hanno dato ragione”, sottolinea Tommaso Chiarli. Tra questi, il massimo riconoscimento dei tre bicchieri della guida Gambero Rosso, per il Lambrusco del Fondatore, vinificato proprio nella cantina di Castelvetro pur essendo a tutti gli effetti un Sorbara. Che poi, naturalmente, è uno dei vini proposti nel corso delle degustazioni che attualmente vengono offerte ai wine lovers in una location assolutamente particolare della cantina: all’interno delle scuderie per i cavalli di alto rango, da traino carrozza, che stazionavano all’interno.

I vini di Cleto Chiarli

I PACCHETTI, DAL BASE AL BESPOKE

Nel 2023, quasi 4mila visitatori – considerando soltanto i privati e non i buyer – sono stati accolti nella cantina di Tenuta Cialdini. Un numero consistente ma che può senz’altro aumentare, anche con il contributo del futuro museo. Il racconto della storia di Tenuta e Villa Cialdini è affidato a Sara Brighetti, responsabile dell’accoglienza di Cleto Chiarli. Il pacchetto acquistabile online o tramite Airbnb nella sezione “esperienze” prevede sei diverse formule, tutte comprensive della visita della cantina, dei vigneti di famiglia e dei giardini storici: si parte dalle “due anime dei vini di Castelvetro, con tasting del Moden Blanc Spumante Brut a base Pignoletto e del Vigneto Cialdini (Lambrusco Grasparossa) a 15 euro e si sale fino ad arrivare alla formula più ricca ovvero “Cleto Chiarli su misura” con formula bespoke e con la possibilità di utilizzate anche gli spazi della villa (prezzo su richiesta). Per le aziende, è disponibile una sala riunioni con la possibilità di organizzare situazioni di team building con visita in cantina, degustazione e pranzo in azienda con una capienza fino a 80 persone in esterno e fino a 55 all’interno. Un numero consistente di visitatori arriva da Casa Maria Luigia, la struttura dedicata all’hospitality di Massimo Bottura e Lara Gilmore, anche per la curiosità di conoscere la cantina che produce il Vecchia Modena Premium che gli ospiti di Casa Maria Luigia trovano come gentile omaggio all’interno delle proprie camere.