L’azienda friulana, produttrice del celebre Merlot da viti centenarie, è dal 1872 di proprietà della famiglia Brandolini d’Adda. Tra le offerte per i wine lovers che la visitano c’è il tasting delle vecchie annate.
A Vistorta, la prima domanda che viene fatta all’enoturista in visita è: a che ora vuole andare via? Già, perché la disponibilità di tempo è determinante per apprezzare tutto quel che offre questa tenuta, che sorge in un borgo duecentesco nel territorio comunale di Sacile. Siamo in Friuli, nel territorio delle Grave, zona storica di viticoltura. E Vistorta è certamente una delle realtà portabandiera di questo territorio e della denominazione grazie anche alla fama di un suo vino, che fu il frutto della determinazione e della visione del conte Brandino Brandolini d’Adda: il Merlot.
150 VENDEMMIE ALLE SPALLE
“La visita in cantina, partendo da quella storica con 150 vendemmie all’attivo, è un viaggio nella storia dei nostri vini e dei cambiamenti avvenuti in azienda”, ci racconta Alec Ongaro, enologo di Vistorta. Fino agli anni Ottanta, si producevano diversi vini; poi il conte Brandino, che aveva vissuto in Francia a Bordeaux e nel Médoc, avendo notato diverse affinità nei terreni e nei climi tra la grande regione francese dei vini rossi e il suo Friuli, decise di salvaguardare le centenarie viti di Merlot presenti nella proprietà di Vistorta e di puntare, come nei grandi chateau, su un solo vino: il Merlot di Vistorta, selezionato da 16 parcelle di vigneto che si differenziano per età della vigna, clone e sistema di allevamento, per ottenere diverse sfumature nel vino finale. Anche la vinificazione avviene separatamente per gestire al meglio le macerazioni in base alle caratteristiche delle uve, variando lunghezza e intensità dei rimontaggi vasca per vasca. Da qualche anno il 20% del prodotto viene vinificato sia in barrique a cielo aperto che in ceramica, con follature manuali e diversi periodi di macerazione post fermentativa. Oggi il Merlot è la punta di diamante di un’offerta che, negli anni successivi, è stata potenziata con l’introduzione di varietà autoctone come il Friulano, la Ribolla, il Refosco, che accompagnano il Pinot grigio e lo Chardonnay per produrre vini giovani, fruttati ed eleganti. Tra le ultime novità, presentate a Slow Wine Fair a Bologna, compaiono Bianca e Brando, sono due vini da monovitigno (rispettivamente 100% friulano e 100% merlot) che vengono prodotti con tecniche tradizionali come la prolungata macerazione sulle bucce, le follature manuali, le fermentazioni spontanee in botti aperte.
ARREDI E PARCO D’AUTORE
L’esperienza da Vistorta non si ferma e non si può fermare in cantina. “Impossibile. Bisogna contestualizzare e vivere la bellezza della natura, dell’architettura e dell’arte”, precisa l’enologo Ongaro. Del resto la villa padronale e gli edifici agricoli annessi (granaio, scuderie e cantine) sono di origine ottocentesca. A ordinarne la costruzione fu un antenato degli attuali proprietari, Guido Brandolini, il quale dopo la laurea all’Università di Padova decise di ritirarsi qui per trasformare la proprietà in una moderna ed efficiente azienda agricola. Gli arredi furono rinnovati negli anni Cinquanta del secolo scorso con la consulenza di uno dei più noti architetti e scenografi dell’Italia del dopoguerra ovvero Renzo Mongiardino, a lungo collaboratore di Franco Zeffirelli. E una decina di anni dopo, fu il parco della residenza a essere oggetto di un ampliamento e di una riorganizzazione diretta dall’architetto paesaggista inglese Russell Page. Oggi alla bellezza straordinaria del parco di Vistorta contribuiscono i fiori rari, tra i quali spiccano le orchidee. “Per questo, quando arrivano prenotazioni di persone che vorrebbero visitare esclusivamente la cantina, e affrontare gli aspetti enologici, diciamo loro: non è possibile, bisogna almeno capire dove avviene tutto questo, in quale contesto si inserisce. Perché questo contesto è l’essenza stessa di Vistorta”, rimarca Ongaro.
VISITA BESPOKE
La visita in cantina è prenotabile solo telefonicamente e non c’è un prezzo di riferimento, perché l’esperienza deve essere costruita su misura e in base alle aspettative e alle esigenze dell’enoturista, partendo dai vini in degustazione. Vistorta, infatti, offre la possibilità di un viaggio nel tempo attraverso il suo Merlot, che è stato saggiamente custodito all’interno delle cantine. Oggi si può degustare ogni annata a partire dal 1996. E questa possibilità, precisa l’enologo, non vale solo per chi visita l’azienda: il servizio di consegna viene effettuato fino a casa del potenziale cliente, ma non c’è dubbio che la migliore condizione possibile per un tasting sia quella che viene offerta all’interno della cantina. E per il pernottamento? “Abbiamo organizzato con gli anni una rete di collaborazioni con strutture del luogo. Per il futuro, l’idea è di ricavare alcune camere all’interno del borgo, così da offrire un’esperienza turistica completa ai nostri visitatori”, conclude Ongaro.