Umani Ronchi, l’accoglienza arriva in Abruzzo

di Andrea Guolo

Massimo Bernetti, patron dell’azienda marchigiana, annuncia a italianwinetour.info l’avvio dei lavori, dal prossimo anno, per realizzare uno spazio degustazione e una cantina a Roseto, terra di Pecorino e Montepulciano d’Abruzzo

Dici Umani Ronchi e pensi immediatamente alle Marche, all’azienda portabandiera del Rosso Conero e del Verdicchio, al brand che ha recuperato e valorizzato vitigni come il Pecorino e il Lacrima di Morro d’Alba. Ma Umani Ronchi non è solo Marche. E a ricordarlo è il patron Massimo Bernetti, raccontando come la volontà di uscire al di fuori dei confini regionali fosse dettata dall’appeal che alcuni vini avevano in ambito internazionale.

Tra questi compare certamente il Montepulciano d’Abruzzo, uno dei rossi italiani più apprezzati nel mercato statunitense. “Avremmo potuto guardare altrove, volendo investire al di fuori delle Marche… Invece abbiamo scelto l’Abruzzo, con coerenza geografica perché è la regione confinante, entrando nel territorio di Roseto degli Abruzzi. Lì disponiamo di una proprietà in ottima posizione, non lontana dall’autostrada, con vista che va dal mare alle vette appenniniche più importanti come Gran Sasso e Maiella”.

Bottaia nella cantina di Osimo

Una posizione, pertanto, troppo interessante per non prevedere qualcosa legato all’accoglienza. Infatti Bernetti anticipa a italianwinetour.info i progetti in corso. “Siamo già a livello avanzato dal punto di vista della procedura e contiamo di dare il via ai lavori per la prossima primavera, con l’obiettivo di arrivare a conclusione entro un anno. Nel centro del vigneto, che ha un’estensione di circa venti ettari, realizzeremo una sala degustazione e una cantina di vinificazione, perché attualmente ci appoggiamo a una struttura esterna. In questo modo, chiunque vorrà visitare la nostra proprietà abruzzese lo potrà fare partendo in tutta comodità, perché l’autostrada è davvero poco distante”.

In questo modo, Umani Ronchi proverà a ottenere anche in Abruzzo i successi raccolti nelle Marche e in particolare nella sede centrale di Osimo, dove si trova la sua più grande cantina destinata ai vini rossi. Una cantina che è stata oggetto di un processo di ristrutturazione nel 2000, insieme alla bottaia, e ispirata a valori sostenibili. Anche in questo caso, la posizione in cui sorge ha contribuito a farne un punto di riferimento per l’intera regione in ambito vitivinicolo. “Nell’ultimo anno – conferma Bernetti – abbiamo lavorato intensamente nell’enoturismo, grazie anche a un importante flusso turistico verso la nostra regione. Rispetto agli anni precedenti, siamo sopra di un 30-40% e ci stiamo chiedendo le ragioni di tanta affluenza. Sicuramente è derivata dalla scelta di tanti italiani di trascorrere le vacanze estive in Italia, e qui siamo nel punto di accesso verso la Riviera del Conero, verso Sirolo e Numana. Poi chissà… magari ci sarà stato un effetto-Mancini, conseguenza della vittoria della Nazionale agli Europei di calcio”.

Villa Bianchi, casa colonica di Umani Ronchi utilizzata per l’accoglienza

A Osimo, Umani Ronchi organizza visite in cantina con tasting anche nel giardino, almeno durante la bella stagione, situato nel retro dell’ingresso del wine shop. Un tempo l’azienda gestiva anche il ristorante adiacente all’azienda, La Cantinetta del Conero, oggi affidato a una società esterna. “In quel ristorante un tempo c’era la casa del custode. Non lo seguiamo più perché la ristorazione non è il nostro mestiere, ma con loro c’è un ottimo rapporto e poi la precedenza viene data ai nostri vini, come credo sia naturale data la posizione dove sorge”.

Umani Ronchi ha una superficie vitata di 210 ettari, tutti distribuiti lungo la costa dell’Adriatico, tra la collina e il mare: 185 km di filari e 10 vigneti, ciascuno con la sua vocazione e il suo terroir. I possedimenti si trovano a Osimo, nelle coline del Verdicchio (Montecarotto, Serra De’ Conti, Maiolati Spontini, Cupramontana e San Paolo di Jesi) e a Roseto degli Abruzzi. La produzione, superiore ai 3 milioni di bottiglie, è destinata per il 70% all’estero. Dagli anni ’70 ad oggi, l’azienda ha raddoppiato gli ettari di proprietà e ha rinnovato l’85% delle vecchie viti. Ha investito sul Verdicchio e sul Rosso Conero, ha recuperato e valorizzato vitigni come il Pecorino e il Lacrima di Morro d’Alba, dandosi sempre e comunque obiettivi enologici qualitativamente alti. Nella zona del Verdicchio, dispone di una fattoria, Villa Bianchi, ricavata dalla ristrutturazione di una vecchia casa colonica, anch’essa utilizzata come sala degustazione e per soggiorni completi. Infine, nel centro di Ancona, c’è il Grand Hotel Palace, con 39 camere e 4 suite tematiche, arricchito da uno spazio wine&food con una selezione di vini che raccontano del territorio e della sua identità.

E per il futuro dell’enoturismo, Massimo Bernetti è assolutamente fiducioso: “Arriveranno sempre più persone e dobbiamo attrezzarci per accoglierle nel migliore dei modi”.

La cantinetta del Grand Hotel Palace di Ancona