L’unicità di Carema e il suo “Sentiero dei vigneti”

di Andrea Guolo

In Piemonte, ai confini con la Valle d’Aosta, una cantina specializzata nel Nebbiolo ha creato una vera viticoltura eroica di montagna laddove passa la Via Francigena. Roberta Bonin, viticoltrice e socia della Cantina Produttori Nebbiolo di Carema, ci racconta i prossimi investimenti enoturistici

Fondata nel 1960 da un gruppo di 10 viticoltori residenti, la Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema rappresenta un’unicità in Italia per posizione, specializzazione e progetti. Per posizione perché si trova al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta, in una zona di montagna e in un territorio complesso, addomesticato con secoli di pratiche di terrazzamento che hanno dato vita a una vera e propria agricoltura eroica di montagna. Per specializzazione, perché è una cantina focalizzata sul Nebbiolo (e qui non siamo in Langa). Per progetti, perché i soci (101 quelli attuali della cooperativa) hanno concepito l’accoglienza in azienda come una via per far conoscere il territorio attraverso il “Sentiero dei vigneti”, in piena linea con il trend dell’enoturismo attivo e fondato sul cammino, sulla lentezza, sulla conoscenza in simbiosi con la natura. Ce ne ha parlato, in quest’intervista, Roberta Bonin, viticoltrice e socia della cantina.

Qual è il genius loci enoturistico di Carema

Innanzitutto, le antiche tradizioni e le caratteristiche del vigneto, Carema è unica nel panorama del mondo del vino. Le viti di nebbiolo sono coltivate su terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, sovrastati da piloni in pietra e da travi di castagno, che creano un pergolato, su cui si allungano i tralci delle viti. Si tratta di una vera architettura in vigna, che ha plasmato il rilievo della montagna nel corso di secoli di duro lavoro. Non esiste in nessuna parte del mondo un vigneto con queste caratteristiche: si tratta di una viticoltura eroica in una zona di montagna. Visitare Carema è l’occasione per scoprire un piccolo gioiello del nostro patrimonio enoturistico assolutamente unico, che sorprende e affascina fin dal primo sguardo. Scoprire il vigneto di Carema è un viaggio nella storia della viticoltura e nelle sue più antiche e autentiche tradizioni.

Roberta Bonin

Quali sono i progetti in cantiere nella vostra cooperativa?

Tutta la comunità caremese è da sempre vissuta in simbiosi con questi pittoreschi vigneti. Durante i secoli le famiglie hanno custodito tradizioni che si sono tramandate silenziosamente sino ai giorni nostri. Occorre quindi entrare in questo ambiente in punta di piedi e con grande rispetto. Il miglior modo per farlo è attraverso il “Sentiero dei vigneti” che tocca tutti i migliori scorci del borgo e del panorama terrazzato di Carema, di cui alcuni tratti sono anche percorribili in mountain bike. Oltre a quest’ultimo sono presenti in modo capillare su tutto il territorio altri sentieri e percorsi che permettono di avere una visione del paese da altre sceniche prospettive. Inoltre, per una maggiore comprensione del territorio e della viticoltura locale, da qualche anno a questa parte, è presente all’interno della casa-forte “Gran Masun” una sala multimediale per un’immersione a 360° nel mondo del vino caremese.

Cosa volete realizzare in azienda?

L’obiettivo è quello di creare un grande museo a cielo aperto. Chi visita Carema, non si deve limitare al solo assaggio del vino, ma deve provare a raggiungere i vigneti proprio come fanno i viticoltori, attraverso scaloni in pietra e sentieri scoscesi immaginando la fatica e la passione necessarie a produrre questo Nebbiolo straordinario.

Quali le esperienze oggi offerte al pubblico?

Il vigneto di Carema, proprio per la sua particolarità, offre l’opportunità di percorrere dei sentieri di trekking tra le vigne, che salgono lungo la montagna seguendo i terrazzamenti della vigna. Carema si trova inoltre sul percorso dell’antico itinerario della via Francigena, che da Canterbury arriva fino a Roma.

Come si fa secondo lei a conquistare la GenZ che sembra poco attratta dal vino?

La GenZ è particolarmente sensibile ai temi della sostenibilità ambientale e Carema possiede un vigneto perfettamente integrato nella natura. La vite vive in simbiosi con i boschi circostanti, creando un paesaggio armonioso. Il lavoro dell’uomo non ha stravolto i luoghi, ma si è inserito all’interno del contesto esistente con rispetto. Carema è un esempio di come natura e attività umana possono coesistere in modo armonioso e virtuoso. Un vino frutto di una viticoltura con queste caratteristiche penso possa attrarre la curiosità anche dei più giovani.

Trasporto uve (credit: David Mannarino)