Pedalare sui Colli Tortonesi, là dove si allenava il Campionissimo. Con tappe eccellenti e la verticale di vini I Carpini, i salumi di Fabio Zanotti e non solo
Sono tanti gli itinerari percorribili in bici e e-bike sui Colli Tortonesi, da Volpedo e Monleale, fino al borgo di San Sebastiano Curone e al Castello di Pozzol Groppo. Territori segnati da due grandi figure, il pittore Giuseppe Pelizza da Volpedo, che attraversava questi luoghi, probabilmente a piedi, armato di cavalletto e pennelli, tavolozza e colori, per ritrarne lo splendore a tutte le ore del giorno. E territori segnati in bicicletta dal sudore dell’intrepido Fausto Coppi. Tra i migliori scalatori della storia del ciclismo. Non sappiamo se l’artista amasse il vino, certamente la buona cucina. Mentre su Fausto Coppi vi sono diverse testimonianze che lo ritraggono accanto a una bottiglia di vino. Certo è che questi luoghi sono rimasti intatti, come ai tempi più remoti di Pelizza da Volpedo e più recenti, come quelli del campione. E il mondo gira rapidamente, ma qui c’è chi ancora è devoto al tempo. Sono gli scalatori del tempo, vignaioli, salumieri, ristoratori…
IL VIGNAIOLO TESTARDO DE I CARPINI
Pedalando lungo l’itinerario che porta da Monleale Alto a Pozzol Groppo, si giunge quasi al termine del percorso ai vigneti e alla cantina de I Carpini di Paolo Ghislandi. Camicia semiaperta sul petto anche a metà ottobre, Paolo è una sorta di bastian contrario. Ma simpaticissimo. Viticoltore che segue le regole della biodinamica, è per la verità un irregolare. Solo Madre Natura ha potere su di lui. Paolo è un vigneron che sfida il tempo (e magari anche le banche), ma con uno scopo nobile: produrre grandi vini. Dalla Barbera al Timorasso, ma anche un imprevedibile Albarossa. Su tutti i vitigni Ghislandi lavora in modo originale, ma con un fil rouge, quello del tempo, appunto. Vendemmie tardive, lunghe macerazioni, fermentazioni spontanee, lunghi affinamenti. Paolo ha una visione olistica e se potesse abbraccerebbe i suoi tini e accarezzerebbe le sue viti giorno e notte. Ma gli tocca anche lavorare. Tuttavia, quanto li vizia e coccola questi vini. E per quanto tempo li tiene sotto la sua custodia prima di rilasciarli sul mercato. Soprattutto le Riserve. E i risultati si vedono e godono eccome nel calice.
LA BARBERA E IL TIMORASSO
Il Milanese imbruttito, ma che ne capisce di vino, assaggiando la Barbera Superiore e la Riserva di Timorasso de I Carpini, Bruma d’Autunno e Brezza d’Estate, non può non esclamare: “Tanta roba!”. Un siculo verace, magari esclamerebbe: “Mizzega!”. Bruma d’Autunno dal 2008 viene rilasciato solo dopo la bellezza di 10 anni. Annate da segnalare: 2005, 2007, 2010, 2011. E già che siete lì convincete Paolo a schierare una verticale di Timorasso. Va bene, questo vitigno autoctono dei Colli Tortonesi ormai è una star enoica. Ma ogni sua espressione ha caratteristiche proprie. E lo stile del Brezza d’estate è davvero notevolissimo. Fino a oggi non c’è un’annata sbagliata tra le tante che abbiamo degustato. La Riserva di Timorasso fa ben 3 anni in acciaio più 2 anni in bottiglia (davvero tanta roba!). Le schede tecniche di entrambi i vini le trovate sul sito ufficiale.
IL SALUMIERE CHE SBATTEVA LA TESTA
…. e forse continua a sbatterla. Ma cavolo, Fabio Zanotti detto “Il Cianta”, titolare della Salameria La Nuova Valle di Momperone (Al), a furia di dare testate ha abbattuto la soglia del tempo. Ah, se avesse incontrato Fausto Coppi e Gianni Brera e Mario Soldati. Il primo, ne siamo certi, gli avrebbe dedicato una medaglia, gli altri due fiumi di parole. Se seguite il percorso panoramico che va dai Laghetti della Malvista entro sei ore giungete a San Sebastiano Curone. Qui lungo il torrente che dà nome alla valle incontrate due eccellenze: la cantina del XV secolo, dove “Il Cianta” stagiona i suoi salumi anche per anni. Dal 2011 è ancora lì appeso un salame, che chissà quando lo riterrà pronto per essere fatto a fette. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di partecipare a un viaggio verticale nel tempo, proprio con il Salame Nobile del Giarolo “Il Cucito” in abbinamento con la Barbera Riserva de I Carpini. A ritroso 7 annate del salume dal 2021 al 2015. Pura delizia. “Il Cianta” non è un artigiano ma un artista nel suo campo. Anche perché in Val Curone ha il controllo di tutta la filiera, dall’allevamento dei maiali Duroc, alla macellazione, alla preparazione e stagionatura.
SE 300 ANNI VI SEMBRAN POCHI
Tra le tappe preferite da Fausto Coppi c’era certamente il Ristorante Corona di San Sebastiano Curone. Lo gestisce dal 1702 la famiglia Fontana. Non solo è uno dei migliori ristoranti piemontesi, ma un vero e proprio monumento gastronomico. Dove compiere, perché no?, anche qui una verticale di Timorasso abbinata alla cucina della trattoria. Paolo Ghislandi ha schierato sulla tavola tre vintage, 2012, 2011, 2010! Roba da matti, ma una sana follia. Dopo una lunga pedalata. Diversi sono i piatti iconici della maison. Imperdibili gli gnocchi al tartufo bianco.
ALTRE TAPPE ENOGASTRONOMICHE IN VAL CURONE
Ristorante: a tutto pesce nella piazzetta principale di San Sebastiano Curone L’Erica di Roberto. Con tante gustose sorprese. Un viaggio tra carni e salumi: sempre dal maestro norcino Fabio Zanotti a La Nuova Valle a Monperone, in Val Curone. Assaggi impagabili.
Dove dormire: il romanticissimo B&B Il Nido d’Amore, solo un’ampia camera per due con terrazza e panorama mozzafiato a Bregni frazione di Dernice.
Per chi ama salire sulla sella anche di un cavallo, ma non solo, ecco Cascina Ca’Bella nella omonima frazione di San Sebastiano Curone.
Infine la Foresteria La Merlina, il resort del Timorasso. Qui trovi tra l’altro, infatti tutte le etichette della denominazione Derthona.
Bici ed E-Bike: una guida completa e preziosa per pedalare tra i Colli Tortonesi la trovate sul sito di Sentieri Gastronomici.
Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Nero pregiato a San Sebastiano Curone, il 21 e il 28 novembre 2021