Annamaria e Clara Sala raccontano a italianwinetour l’evoluzione dell’offerta e come si può riuscire a conquistare la GenZ, superando i vecchi schemi
“Raggiungere Tenuta Gorghi Tondi vuol dire, letteralmente, immergersi nella natura. Da qualunque direzione si raggiunga la cantina, l’ambiente circostante ricorda che siamo tra terra e mare, tra una riserva naturale integrale e il Mar Mediterraneo, e questo è ancora più evidente nelle giornate di vento, quando il profumo della brezza marina avvolge tutta la zona”. Annamaria e Clara Sala, figlie del fondatore Michele Sala e oggi alla conduzione di Gorghi Tondi, raccontano così l’unicità dell’esperienza nell’azienda vitivinicola di Mazara del Vallo, in attività dal 2000 e oggi diventata uno dei punti di riferimento per i wine lovers che si spingono fino alla parte più occidentale della Sicilia. In quest’intervista, Annamaria e Clara raccontano a italianwinetour la nascita, l’evoluzione e le novità lanciate per essere sempre più attraenti verso chi ama il vino, con particolare attenzione per i giovani nei confronti dei quali le “vecchie pratiche” devono essere sostituite da approcci sempre più emozionali.
Quando avete iniziato ad aprire Gorghi Tondi al pubblico e come avete sviluppato le attività di enoturismo?
Le attività enoturistiche sono iniziate con la stagione 2017, per attirare un pubblico di appassionati che aveva pochissime opzioni sul territorio circostante. Mazara del Vallo, allora come oggi, è una zona dalle enormi potenzialità turistiche ed enogastronomiche, ma con poche aziende vitivinicole sul territorio. Tra queste, il numero di quelle che abbiano un’attività di accoglienza dedicata è ancora più esiguo. Le primissime attività messe a terra hanno quindi puntato ad attirare pubblico in cantina, in primis per accrescere la notorietà dell’azienda tra il pubblico locale, anche attraverso eventi diventati ormai grandi classici per il mondo del vino, come Cantine Aperte, oltre alle normali attività di visite guidate in cantina, con degustazione, rivolte a visitatori italiani e stranieri. Col tempo il rapporto con gli enoturisti si è sicuramente evoluto, mantenendo però una costante: il contatto con gli spazi naturali e la possibilità di viverli anche in piena attività, specie in vendemmia.
Cosa prevedono i vostri pacchetti-accoglienza?
Tutti i nostri pacchetti enoturistici comprendono una introduzione alla zona protetta circostante e una vista ravvicinata dei “gorghi tondi”, i laghetti di origine carsica che hanno ispirato il nome aziendale, e che sono parte integrante dell’omonima oasi “Lago Preola e Gorghi Tondi”, nel territorio di Mazara del Vallo. Inoltre, per chi vuole approfondire la conoscenza sulla flora e la fauna della riserva naturale, è possibile organizzare delle vere e proprie passeggiate tra i sentieri del WWF, guidate dal personale esperto dell’ente, da contattare direttamente o tramite il nostro staff enoturismo, per unire un’escursione nella natura alla scoperta del vino.
Tra le esperienze che offrite, qual è la più richiesta dal pubblico?
La nostra proposta “Sicilia in bottiglia” è di certo la più richiesta. Si tratta di un pacchetto di tour e degustazione che prevede la visita in cantina e all’interno dell’oasi, per dare voce all’anima più naturalista e green di Tenuta Gorghi Tondi che sorge, in parte, all’interno di questa area protetta dal 1998. Nel pacchetto sono inclusi 4 vini da uve autoctone che spaziano dal Palmarès Brut o Rosé Extra Dry (da Grillo o da Nero d’Avola), i nostri spumanti metodo Martinotti, passando per il Midor Catarratto e il Dumè Frappato, per poi concludersi con l’unico vino da dessert prodotto in azienda, un vino muffato da uve Grillo prodotto in Sicilia, il Grillodoro. Il pacchetto include l’abbinamento ad altrettanti finger food. Le pietanze scelte per gli abbinamenti rispecchiano le tipicità territoriali del trapanese, con una gastronomia ricca, variegata, adatta anche a vegetariani e vegani, e caratterizzata da diversi prodotti presidi Slow Food, come il pane nero di Castelvetrano. Gli ingredienti che scegliamo seguono la stagionalità e la prossimità, coerenti con l’idea di sostenibilità dell’azienda.
Come è andata l’ultima stagione per l’enoturismo in azienda? Avete osservato, come tutta la Sicilia, un incremento delle visite internazionali e in particolare di turisti americani?
La stagione enoturistica in Sicilia non si è ancora conclusa del tutto. In genere, sull’isola il turismo si protrae fino a fine ottobre, con la presenza di molti turisti stranieri, che evitano i mesi estivi più caldi per concentrarsi su quelli di settembre e ottobre, considerati più miti e meno affollati. I visitatori di Tenuta Gorghi Tondi sono quasi per metà stranieri, spesso di passaggio, e quest’anno abbiamo sicuramente visto qualche presenza in più, ma nulla di eccezionale rispetto alle percentuali degli anni passati. Sicuramente paghiamo lo scotto dell’essere “periferici” rispetto agli itinerari dello storico Grand Tour della Sicilia e alle grandi città, come Palermo o Catania. La posizione e, soprattutto, le infrastrutture, non sono dalla nostra parte, se escludiamo l’autostrada A29 che collega il capoluogo a Mazara del Vallo. L’aeroporto di Trapani, il più vicino a noi, non muove più i numeri di viaggiatori di qualche anno fa e gli slot assegnati alle poche compagnie aeree volano piuttosto verso località nazionali. Questa zona rimane a tratti “misteriosa” al grande pubblico del turismo, e il vino e la gastronomia non possono che fare da megafono a tanta bellezza. L’area è storicamente vocata alla viticoltura, e ospita zone archeologiche di rinomanza mondiale come Selinunte. Ad ogni modo, solo da qualche anno l’estremo occidentale della Sicilia ha una rilevanza turistica in crescita, con attività che mettono al centro l’enogastronomia (il cous cous e il gambero rosso di Mazara in primis), il gusto per l’etnico (la commistione di culture e comunità della stessa Mazara del Vallo) o gli sport acquatici (le spiagge e le zone di kite surf e wind surf). C’è un enorme potenziale, e noi cerchiamo di essere ambasciatori di tutto questo con i nostri vini.
Quali sono i progetti in cantiere? Avete in particolare l’intenzione di potenziare la ristorazione o di investire nella possibilità di pernottamento?
Sin dagli inizi, abbiamo voluto offrire ai nostri ospiti un’accoglienza più personale, calorosa e informale. Un po’ come essere a casa di amici o parenti, che ti accompagnano in giro a visitare le attrazioni locali, o ti consigliano i posti migliori in cui andare a mangiare. Ecco perché le nostre proposte gastronomiche riprendono le ricette di mamme, nonne e zie, e restano molto legate ai ricordi di famiglia. Questo ci permette di fare rete con i fornitori locali di eccellenze (dai formaggi, al pesce, passando per la pasticceria) e con i nostri clienti ristoratori, per proporre agli enoturisti un’esperienza territoriale immersiva.
Parliamo infine di GenZ: dal vostro osservatorio, c’è una reale perdita di interesse tra i più giovani rispetto al vino?
Non crediamo che la Generazione Z abbia perso interesse nel mondo del vino, semplicemente è “bombardata” da una comunicazione nel mondo del beverage che è sempre più diversificata, e per certi versi molto creativa, puntando spesso sul concetto di esperienza. E i social non fanno che amplificare, sotto le più svariate forme, questa sollecitazione continua a provare questo prodotto, piuttosto che quell’altro.
Come si possono “attrarre” i ventenni/trentenni di oggi in cantina, in maniera più “emozionale”?
Il vino soffre forse un po’ del suo retaggio, del suo essere atavico e tradizionale, legato a logiche che andrebbero svecchiate e semplificate. E spesso risulta complesso da un punto di vista produttivo, sottintendendo pratiche non sempre sostenibili, in vigna e in cantina. Caratteristiche che lo allontanano dalla generazione dei ventenni e trentenni di oggi. Abbiamo cercato di rispondere a questa “diffidenza” con un approccio esperienziale al vino, creando un evento estivo dal titolo “Appuntamento al tramonto”, in cui l’appuntamento in cantina all’ora del tramonto e dell’aperitivo sono stati il pretesto per l’immersione nella natura, per stare in compagnia di un gruppo di amici o familiari, e per scoprire come il vino riesca a fare da collante alla socializzazione e alla convivialità, durante un concerto di musica dal vivo all’aperto, escludendo volutamente la tradizionale “liturgia” della visita con degustazione. Anche la comunicazione di prodotto è importante in tal senso, specie parlando di sostenibilità, tema molto caro alla Gen Z.
E Gorghi Tondi come ha risposto? Cè stata qualche particolare iniziativa legata alla comunicazione “green”?
Da quest’anno abbiamo affidato al nostro vino bianco più trasversale, Babbìo, un frizzante da uve autoctone, il compito di parlare di sostenibilità ambientale attraverso il restyling del packaging. La bottiglia, interamente serigrafata e smaltibile interamente nel vetro, ha sensibilizzato il nostro pubblico all’abbandono della plastica nell’ambiente e ha fatto da portavoce a Plastic free, una delle onlus che più si battono sull’argomento.