La cantina dei Riello in Valpolicella

di Andrea Guolo

Villa Bellini è stata acquisita nel 2015 dalla famiglia veronese, che ha portato avanti il metodo bio iniziato in tempi non sospetti (era il 1990) dagli antichi proprietari. Ora il restauro è quasi finito e offrirà sei suite a disposizione dei wine lovers

Era il 2015. Cecilia Trucchi, allora proprietaria di Villa Bellini a Castelrotto di Negarine (Verona), decise di cedere l’azienda vitivinicola e lo storico immobile alla famiglia Riello. Con un impegno formale: quello che fosse portato avanti il metodo biologico per la coltivazione dei vigneti, avviato in tempi davvero non sospetti – tutto ebbe inizio nei primi anni Novanta – dalla Trucchi. Impegno rispettato, perché i sei ettari originari sono tuttora coltivati in bio e adesso ci sono altri dieci ettari di terreno in fase di conversione. Nel frattempo, la famiglia Riello ha investito nel restauro dell’edificio che è composto da una parte quattrocentesca e una risalente al Settecento. Tra un anno tutto sarà completato e i lavori porteranno la realizzazione di sei suite a disposizione dei wine lovers che vorranno pernottare nella Valpolicella classica.

AZIENDA IN ESPANSIONE

Dietro il “brolo” – così si chiama il muro di cinta che protegge la proprietà da occhi indiscreti – si celano non solo la villa veneta, ma anche diversi rustici del Seicento, un laghetto nel bosco e una grotta con tanto di sorgente, per finire con una torre neogotica che costituisce un elemento distintivo e unico. Attualmente nella tenuta di Villa Bellini si producono circa 15mila bottiglie l’anno dei vini tipici della Valpolicella, ma molto dipende dalle condizioni climatiche. Nel 2020, per esempio, una forte grandinata compromise il raccolto e si rinunciò ai rossi per utilizzare le uve ai fini della spumantizzazione metodo classico. Con l’arrivo dei dieci ettari di vigneto in conversione bio, la produzione dovrebbe salire fino a raggiungere quota 40mila bottiglie.

IL FRUTTAIO IN UN TEATRO AFFRESCATO

L’apertura al pubblico di Villa Bellini è un progetto work in progress. Tutto sarà pienamente operativo quando verranno conclusi i lavori nella villa, quindi occorrerà attendere circa un anno. A oggi siamo in fase di slow opening, che consiste in una visita del vigneto per ammirare le tre forme di allevamento che contraddistinguono la tenuta. Ci si sposta poi in cantina, tra il Valpolicella Classico e Superiore che vengono affinati in acciaio e il Ripasso e l’Amarone che fanno il loro bel passaggio in legno. Infine, è d’obbligo la visita del fruttaio, il luogo dell’appassimento delle uve, realizzato in un ambiente affrescato laddove si trovava il teatro della villa. Tutto si conclude, sempre all’interno della villa, con la degustazione dei vini.

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