In occasione della presentazione ufficiale del Consorzio di tutela dop Suvereto e Val di Cornia Wine, italianwinetour.info ha selezionato le cantine più belle di questa parte di Toscana, situata in Alta Maremma a pochi chilometri dal mar Tirreno
Sabato 11 dicembre, in uno dei weekend più freddi dell’anno, Suvereto ha celebrato con un evento molto partecipato da stampa e addetti ai lavori la nascita del Consorzio di tutela Dop Suvereto e Val di Cornia Wine. Un momento importante per la località livornese, borgo medioevale alle pendici delle colline che dominano il mare e la Costa degli Etruschi, che ora disporrà, come ha affermato il presidente del neonato consorzio, Nico Rossi, di “una locomotiva per tutto il territorio”, dove la produzione vitivinicola convive con altre eccellenze agroalimentari. Ne citiamo solo una: il prelibato carciofo violetto della val di Cornia. Venendo al vino, il consorzio parte con l’adesione di 27 cantine e lavorerà alla salvaguardia delle denominazioni Suvereto Docg, Rosso della Val di Cornia Docg e Val di Cornia Doc. Qualche numero sul territorio? Sono circa 850 gli ettari coltivati a vigneto, per una produzione equivalente e potenziale di 4,5 milioni di bottiglie. L’obiettivo è, come per ogni consorzio, il passaggio graduale dalle produzioni Igt e prive di denominazione alle produzioni Doc e Docg.
Suvereto merita una visita. Il periodo ideale è naturalmente quello estivo, perché il mar Tirreno con le sue spiagge è davvero a pochi chilometri e anche la partenza eventuale per un soggiorno all’Elba con partenza da Piombino (situata a pochi chilometri) offre l’occasione per un passaggio in cantina. Del resto, le maggiori realtà vitivinicole sono ben attrezzate per accogliere gli enoturisti, che ormai abbondano in zona e restano incantati dallo scenario naturale e dalla storia che caratterizza il borgo medioevale dominato dalla Rocca aldobrandesca. Ma Suvereto è bella anche d’inverno, in una di quelle giornate talmente limpide che sembra di poter raggiungere l’Elba a nuoto e nelle quali è perfettamente visibile la Corsica. Senza dimenticare che nei primi giorni di dicembre qui si tiene la celebre Sagra del Cinghiale, appuntamento di forte richiamo in zona e in tutta la regione. Un’altra buona occasione è data dalle cure termali, perché la val di Cornia è caratterizzata dalla presenza di acque termali ricche di proprietà benefiche. A Venturina Terme esistono strutture qualificate e attrezzate come Calidario Resort & Spa e come Hotel Terme di Venturina, che sono davvero a portata di cantina. O forse sarebbe meglio dire il contrario.
A questo punto arriva la domanda cruciale: quali sono le cantine da non perdere in Val di Cornia? Italianwinetour.info ne ha selezionate dieci che riteniamo valga la pena di visitare, avvertendo il lettore che gli esclusi non lo sono per demerito ma solo per mancanza di spazio in pagina.
Il suo vino top è Quintorè (Merlot in purezza), ma la cantina del presidente Nico Rossi si fa valere su tutta la gamma di prodotti, dal Pinot bianco Eliseo al Sangiovese Gualdo del Re per chiudere con l’Aleatico passito Amansio. Vini a parte, l’azienda da 40 ettari (di cui 25 vitati) offre un’esperienza completa di accoglienza e lo fa da oltre quindici anni, potendo contare su un agriturismo con nove appartamenti dotati di cucina e anche su un ristorante, Gualdo del Re, aperto anche a ospiti esterni con menu che varia in base alla disponibilità del mercato e agli ingredienti di stagione. Il piatto migliore? Se siete amanti dei fegatelli, questo posto fa per voi. L’azienda offre visite guidate, degustazioni e dispone di un wine shop per eventuali acquisti.
Dite che è troppo facile? Avete ragione, ma come si fa a non citare questo autentico monumento sotto forma di cantina? La firma è di Mario Botta, archistar svizzera, ma l’idea e le risorse investite sono tutte di Vittorio Moretti, patron di Bellavista, che in Val di Cornia ha posto la base per realizzare i grandi vini rossi del suo gruppo. I percorsi enoturistici offerti da Petra sono tre: Petra Classic (90 minuti, tre vini in degustazione, 35 euro a persona), Petra Under the Tuscan Sun (120 minuti, tre vini in degustazione con tagliere abbinato, 45 euro) e Petra Experience (180 minuti con tanto di lunch per 60 euro a testa).
La foto più instagrammabile è quella che si scatta dall’alto della cantina, dove staziona un elemento architettonico che ricorda il maxi schermo di un cinema: la proiezione consiste però nel paesaggio di Suvereto con i suoi vigneti. Lo spettacolo vero è anche dentro la cantina, con le anfore di terracotta che danno vita a vini davvero unici e con la sua impostazione progettuale a basso impatto ambientale, avvolta nella terra e nella pietra. In una sola parola: wow! La proposta? Si parte dalla degustazione base (15 euro, tre vini) e si può arrivare all’esperienza davvero unica e singolare del tour in carrozza tra i vigneti (50 euro a testa, minimo due persone). La cantina si presta anche a ospitare matrimoni e meeting aziendali.
Un giapponese si è innamorato di Suvereto e ha preso casa a La Bulichella. Il giapponese in questione si chiama Hideyuki Miyakawa, è stato uno degli uomini chiave di Giugiaro Design e dagli anni Novanta si è trasferito qui in pianta stabile, diventando anche presidente del Consorzio dei vini Doc della Val di Cornia e ottenendo la Docg durante il suo mandato. La proposta delle degustazioni comprende tre formule: base, completa e top (tutte solo su prenotazione). Ma c’è anche l’agriturismo, con tanto di ristorante interno, e gli ospiti della struttura hanno la possibilità di visitare gratuitamente la cantina con tanto di degustazione offerta.
La storia di Tua Rita l’abbiamo raccontata già nel servizio dedicato alla totale acquisizione di Poggio Argentiera in Maremma. È l’occasione per vedere dove nasce, tra gli altri, il celeberrimo Redigaffi, primo vino italiano a cui Robert Parker attribuì il massimo punteggio (100/100) nella sua autorevole e influente (per le vendite negli Usa) guida dei vini. Le visite sono prenotabili online ed esistono quattro diverse formule. La più originale è certamente quella denominata Wild & Chic: comprende il benvenuto in sala degustazione e le visite in vigna e nelle cantine, per poi spostarsi all’aria aperta a bordo di una Jeep visitando i vigneti e chiudendo con un picnic tra i filari (prezzo: 100 euro a testa).
Azienda rigorosamente di gestione familiare, Giomi Zannoni è stata tra i precursori del recupero e della valorizzazione di vigneti autoctoni come Sangiovese e Trebbiano. Il primo domina il panorama dei rossi e dai suoi vigneti più vecchi nasce la Riserva Rodantonio, mentre con il tempo il Trebbiano ha lasciato spazio al Vermentino. La sala degustazioni offre tasting con i prodotti dell’azienda in abbinamento. Per i gruppi è obbligatoria la prenotazione.
Azienda biodinamica fondata da un milanese in fuga da una banca, Carlo Parenti, Macchion dei Lupi ha come scopo la produzione di vini nel rispetto di ciò che il territorio e l’annata imprimono. In cantina sono banditi additivi, chiarifiche, filtrazioni. Si punta invece su follature, macerazioni, travasi, estro. Il risultato sono vini a fermentazione spontanea con i soli lieviti indigeni non selezionati, senza controllo della temperatura, con livelli minimi di solfiti. “Nelle mie bottiglie ci sono vini che ti parlano di questo territorio” sostiene Parenti. Tra le etichette, il Merlot Profeta viene prodotto solo in alcune annate, quando il clima lo permette.
22 ettari di proprietà a San Lorenzo, di cui 11 coltivati a vigneto e il resto a uliveto, Petricci e Del Pianta è una delle cantine storiche di Suvereto. A condurla sono Pietro Petricci e la moglie Marilena. L’azienda riceve gruppi fino ad un massimo di 30 persone per assaggi e degustazione. Le degustazioni vengono fatte dal lunedì al sabato dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00. Si può chiedere appuntamento per un tasting direttamente attraverso il sito aziendale.
Anna Lisa Rossi è la proprietaria di quest’azienda il cui nome significa “terra donata da donna a donna”, scelto da Anna Lisa come forma di ringraziamento alla madre e alla famiglia per averle tramandato la passione per la terra e per il mondo del vino. Nel 2002 è stata presentata la prima etichetta, Okenio, e oggi Terradonnà ha una gamma di nove vini. Le degustazioni sono personalizzabili e si svolgono come un “pranzo di famiglia” durante il quale si raccontano aneddoti e si condividono ricordi. Possono essere effettuate nella sala degustazione o, se il tempo e il clima lo consentono, all’aperto con vista sul territorio di Suvereto.
Condotta dal fondatore Nelusco Pini, con i figli Edoardo e Niccolò, Rigoli coltiva sette ettari di vigneto e due di oliveto ai piedi di una collina esposta a sud. La produzione annua è di sole 30mila bottiglie e la cantina si avvale del contributo dell’enologo Leonardo Conti. Le porte della tenuta sono sempre aperte ai visitatori, ma ci sono dei momenti in cui un passaggio in Rigoli diventa imperdibile: il primo maggio, con la grigliata organizzata nella corte della tenuta e musica dal vivo, e l’estate durante l’evento Wine, Music and Art che ogni anno, pandemia permettendo, raduna oltre 500 appassionati di musica dal vivo, arte e naturalmente vino. La degustazione base è gratuita, quella con abbinamento costa 15 euro a testa, il tour completo 20 euro. Prenotabile online e solo nel periodo marzo-ottobre.