A Montepulciano una svolta tra identità ed enoturismo religioso

Con la menzione Pieve, per il Vino Nobile si apre la prospettiva di un nuovo modello esperienziale legato al pellegrinaggio, con la promozione affidata a una webserie, “Le 12 Pievi”, condotta da Adua Villa

di Andrea Guolo

Il lancio della menzione “Pieve” ha determinato non solo il cambio di disciplinare, approvato all’unanimità il 10 ottobre 2024, e l’inserimento di una terza tipologia di Vino Nobile di Montepulciano Docg (la prima denominazione di origine controllata e garantita nella storia d’Italia, con la fascetta AA000001 custodita nella sede del Consorzio di Tutela), in aggiunta al Vino Nobile “base” e alla Riserva, ma anche la nascita di un progetto totalmente nuovo in chiave enoturistica: quello di impronta religiosa.

I PELLEGRINI DEL VINO

L’idea è quella del “Pellegrinaggio delle Pievi di Montepulciano”, nato dall’esempio del Pellegrinaggio Artusiano, creato dal giornalista Leonardo Romanelli che, in occasione dei festeggiamenti per i cento anni della scomparsa di Pellegrino Artusi (2011) si inventò una camminata in onore del grande gastronomo, che ripercorreva il percorso fatto da Forlimpopoli, città dove era nato, a Firenze dove poi morì. Quell’idea, che sarà riproposta nel 2026 e toccherà il suolo di Montepulciano, ben si ricollega alla svolta della città del Vino Nobile: che è sicuramente di natura enologica – perché il lancio del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”, in commercio a partire da quest’anno con l’annata 2021, segna un cambio di passo per il territorio – ma anche identitaria e quindi collegata all’incoming. Una sorta di pellegrinaggio tra le Pievi dove nasce il vino da uve Sangiovese, dove le soste sono scandite da momenti di assaggio e degustazione, per poi dare modo ai pellegrini, veri e propri testimonial, di far capire al grande pubblico come il trekking gastronomico rappresenti una forma di turismo quanto mai attuale e sentita dal pubblico.

Una Pieve vista dall’alto

UNA WEBSERIE IN DODICI PUNTATE

Questo progetto sarà promosso con la realizzazione di una webserie, “Le 12 Pievi”, che esplora i vini prodotti, la cultura e i territori storici che rappresentano l’anima e la tradizione del Vino Nobile di Montepulciano. La webserie è il frutto della collaborazione tra Consorzio Vino Nobile di Montepulciano e Globetrotter Gourmet, ed è condotta da Adua Villa, già protagonista con Italianwinetour del docufilm “In viaggio sulla strada dei Colli Piacentini”. La serie si svilupperà in dodici puntate, ognuna delle quali indagherà una delle pievi di Montepulciano, con Adua Villa impegnata nel dialogare con geologi, storici, artigiani, produttori locali e altre figure che incarnano lo spirito delle pievi. L’enfasi sarà posta non solo sull’evoluzione del prodotto, ma anche sulla conservazione delle tradizioni e sulla promozione delle eccellenze culinarie del territorio. La serie si articolerà in contenuti video, fotografici e testuali, inclusa la sottotitolazione in lingua inglese per il pubblico internazionale.

IL PROGRAMMA PER I 400 ANNI DALLA NASCITA DI REDI

Inoltre, sempre nel 2026, a Montalcino andrà in scena un programma di eventi collegato ai 400 anni dalla nascita di Francesco Redi, protagonista della scienza e della cultura dell’età moderna, nonché appassionato cultore e cantore del Vino Nobile di Montepulciano nel ditirambo Bacco in Toscana (1685) definito “il re di tutti i vini”. La città di Montepulciano – con il sostegno del Consorzio del Vino Nobile, della Società Storica Poliziana, il Cantiere Internazionale d’Arte, la Biblioteca Piero Calamandrei e altre istituzioni – ha programmato un calendario di manifestazioni con il momento clou rappresentato da una grande mostra e da un convegno internazionale di studi dedicati alla figura e all’opera di Redi. Non mancheranno percorsi tematici tra le cantine storiche, degustazioni guidate, eventi culturali e itinerari che uniranno scienza, arte e tradizione vinicola.

UN VINO DI ALTO VALORE

Tutto questo parte dalla decisione di sposare la causa delle Pievi con l’adozione della menzione Pieve. “Si tratta di un progetto finalizzato alla creazione di valore, di un vino identitario, di una tipologia che racconterà la nostra storia, la nostra cultura, la capacità di produrre che abbiamo a Montepulciano”, ha commentato il presidente del Consorzio di tutela, Andrea Rossi, presentando a Milano queste iniziative. “Nasce dall’aver colto una critica, quella di una presunta mancanza di identità dei nostri vini, che in realtà deriva dal terroir, dal fatto che all’interno della denominazione si ottengono espressioni molto diverse di Vino Nobile. Con la menzione Pieve abbiamo cercato di trasformare una possibile debolezza in un punto di forza, facendo del vitigno Sangiovese la bussola attorno a cui costruire il nostro percorso. A oggi, più della metà dei produttori ha già rivendicato le Pievi e pensiamo che la produzione con menzione Pieve possa rappresentare il 3-5% della produzione totale: quindi un prodotto di nicchia ed estrema qualità”. Secondo la ricerca affidata a Nomisma, per il 60% degli intervistati il Vino Nobile di Montepulciano Pieve dovrà rispondere a un prodotto in vendita dai 40 ai 70 euro (per il 60%) e da 70 a oltre 100 euro (per il 17% degli intervistati).

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