Una cantina spagnola si impone alla World’s Best Vineyards 2024 Top 50

di redazione

Bodegas de los Herederos del Marqués de Riscal precede in classifica la cilena Vik e la sudafricana Creation. La prima azienda italiana è Tenuta Cavalier Pepe (14.mo posto)

L’Italia non può essere certamente soddisfatta per il risultato ottenuto dalle nostre cantine al concorso internazionale World’s Best Vineyards 2024 Top 50, la cui premiazione si è tenuta ieri, lunedì 4 novembre, in Sussex, presso la cantina Nyetimber. Le aziende tricolori non sono soltanto fuori dal podio, ma anche dalla top10. La prima in classifica, Tenuta Cavalier Pepe, si è piazzata al 14.mo posto, a seguire Ceretto alla posizione numero 20 e Castello Banfi alla 22. Una parziale consolazione è legata al premio di miglior nuova entrata conquistato da Tenuta Castelbuono del gruppo Lunelli, che si piazza al 25° posto.

La classifica, marchio di proprietà della società William Reed, ha cadenza annuale e si pone l’obiettivo di premiare i migliori vigneti e cantine nel mondo, offrendo agli appassionati una panoramica delle destinazioni vinicole da raggiungere, attenzionando in particolare l’experience che ciascuna può regalare ai suoi visitatori.

La prima posizione è stata conquistata da un’azienda spagnola, Bodegas de los Herederos del Marqués de Riscal, che ha preceduto in classifica la cilena Vik e la sudafricana Creation. Un’altra azienda vitivinicola spagnola occupa il quarto posto e si tratta di Bodegas Ysios, a seguire la tedesca Domäne Schloss Johannisberg. E i francesi? Anche a loro è andata piuttosto male, perché la presenza di due maison molto nobili, rispettivamente di Champagne e Bordeaux, al sesto e al settimo posto non può certo essere considerato un successo. Si tratta di Ruinart e di Château Smith Haut Lafitte. Chiudono la top 10 un’altra spagnola, Abadía Retuerta, davanti alla tedesca Weingut Dr. Loosen e alla cantina argentina Finca Victoria (famiglia Durigutti).

Bodegas de los Herederos del Marqués de Riscal ha creato un sistema che comprende, all’interno del complesso futuristico La Ciudad del Vino Marqués de Riscal a Elciego, un luxury hotel progettato dall’architetto Frank O. Gehry, due ristoranti, un’enoteca e un “Asador” (braceria), a cui si aggiungono il punto vendita dei vini, la spa di vinoterapia de Caudalie, un centro convegni e un negozio di souvenir.

Scorrendo la classifica nelle posizioni di rincalzo, fa un certo effetto scoprire che Bollinger non è riuscita a far meglio del dodicesimo posto, che Château d’Yquem è tredicesima e la Maison Pommery chiude al 47° posto. Così come sorprendono le assenze di realtà iconiche del nostro enoturismo come Fontanafredda, Antinori, Florio.

Intanto, con una nota, l’azienda Ceretto ha espresso soddisfazione per aver centrato l’obiettivo del ventesimo posto. “Siamo felici di vedere la riconferma della Ceretto all’interno della classifica mondiale, nella posizione 20 della lista e che ci vede in salita di anno in anno. Un riconoscimento che premia il progetto di hospitality avviato già nel 2009 quando la Ceretto ha aperto le porte della Tenuta Monsordo Bernardina ai visitatori di tutto il mondo. Un luogo diventato iconico di queste colline per la sua forma avveniristica e soprannominato Acino, proprio per la forma che questa struttura richiama”, ha affermato il gruppo vitivinicolo piemontese. Ceretto ha aggiunto che: “Ora, l’hospitality team conta 6 persone dedicate quotidianamente a trasmettere il lavoro che risiede dietro ogni bottiglia: dalle peculiarità di ciascun appezzamento di terra, al meticoloso lavoro in vigna (che segue un approccio agricolo biologico e biodinamico) e in cantina. 4 sono i percorsi di visita e degustazione a carattere tecnico/educativo, pensati per approfondire in modo gradualmente più specifico i nostri vini restituendo nel bicchiere, a ogni sorso, una parte di questo racconto”.

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