Piazzo, l’Alba di Barbaresco con cinque stelle in enoturismo

La cantina piemontese è aperta al pubblico da più di trent’anni e spopola nelle classifiche online. In arrivo una nuova sala degustazioni dedicata anche agli eventi

di Andrea Guolo

C’era una sola cantina piemontese presente a Fine Italy, l’evento organizzato a Riva del Garda per mettere in contatto le aziende del vino con il mondo dei tour operator, e quella cantina era la Piazzo comm. Armando di San Rocco Seno D’Elvio, una frazione del comune di Alba. Già questo fa intuire quanto seriamente, in Piazzo, venga affrontata la questione enoturismo: l’apertura al pubblico è stata avviata più di trent’anni fa e oggi, come ci racconta l’hospitality manager Cristina Cobelli: “Siamo aperti tutto l’anno, sette giorni su sette, con tre turni di visite al giorno. Lavoriamo tantissimo con il pubblico, anche nei mesi di bassa stagione”. E i risultati premiano l’approccio della famiglia Piazzo, con promozione a pieni voti da parte dei visitatori: cinque stelle su Google, 4,9 su Tripadvisor.

La cantina dell’azienda Piazzo

IL SOGNO DI DUE NOVELLI SPOSI

La storia di Piazzo inizia nel 1969 quando due novelli sposi, Armando Piazzo e Gemma Veglia, decidono di scommettere nel loro territorio, evitando la fuga verso la città e la scelta del posto in fabbrica, per diventare viticoltori. Siamo nella parte di Alba che rientra nella denominazione Barbaresco, e qui Armando e Gemma si dedicano alla coltivazione delle uve di Nebbiolo acquistando un terzo della cascina che serve loro come base per seguire un terreno all’epoca abbandonato e che diventa il loro primo vigneto. Inizialmente vendono le uve alle principali aziende del territorio, per incassare e reinvestire quel che resta in azienda, e poi a partire dalla vendemmia del 1979 iniziano a vinificare e a imbottigliare con le proprie etichette. L’ingresso in azienda della figlia Marina Piazzo con il marito Franco Allario determina la volontà di concretizzare questa ascesa attraverso l’investimento in una nuova cantina, perché quella piccola avviata dai fondatori non era più sufficiente, e attraverso l’apertura al pubblico. Inoltre, al Barbaresco si aggiunge il Barolo, grazie all’acquisizione di 13 ettari nel comune di Novello. Oggi sono 70 gli ettari complessivi coltivati a vigneto tra Alba, Mango, Neviglie, Guarene e Novello. E sono 16 le etichette prodotte, tra cui quattro Barbaresco Docg e tre Barolo Docg, ma anche due bollicine metodo classico di cui una Alta Langa Docg. E sono sei le esperienze di hospitality prenotabili direttamente dal sito.

Marina Piazzo con il marito Franco e con i figli

PREZZI ACCESSIBILI E FORMULE DIFFERENZIATE

Qual è il segreto del successo di questa formula di apertura al pubblico? “Innanzitutto, ogni esperienza è rivolta a un pubblico diverso, che ha specifiche esigenze di tempo e determinate volontà di conoscenza del vino e dell’azienda”, racconta l’hospitality manager. “Poi, al di là del prezzo accessibile (si parte dai 10 euro e poi si sale fino a un massimo di 60 euro), ci siamo differenziati sia per la storia che caratterizza l’azienda, sia per la modalità di accoglienza. Operiamo come azienda familiare ma ben strutturata. Lavoriamo principalmente con privati, con strutture ricettive della zona e con il consorzio turistico Langhe Experience. La ragione per cui abbiamo esposto a Fine Italy è legata alla volontà di instaurare delle collaborazioni con i tour operator”. E i risultati sono arrivati anche dalla partecipazione all’evento organizzato da Riva del Garda Fierecongressi in collaborazione con la Feria de Valladolid.
Obiettivi futuri? In progetto c’è la trasformazione della prima cantina creata dai fondatori in una sala degustazione più versatile, che ospitare anche eventi, matrimoni, corsi sul vino. “Ci vorranno un paio d’anni ma arriverà”, afferma Cobelli.