I vini del mare. In Calabria nasce la doc Costa degli Dei

di redazione

Una nuova denominazione abbraccia i produttori della costa tirrenica. Magliocco Canino a bacca nera e Zibibbo a bacca bianca i vitigni simbolo della Doc.

di Antonio Tosi

Nasce Costa degli Dei, che si avvia a diventare una nuova Doc per il vino di Calabria prodotto sulla costa tirrenica, che racchiude e dà valore al lavoro dei vitivinicoltori della parte occidentale della regione. Non appena il Ministero delle Politiche Agricole completerà l’iter burocratico di approvazione della Doc, si concretizzerà il percorso iniziato nel 2022 da Gal Terre Vibonesi e Associazione Viticoltori Vibonesi. Un progetto di promozione dei vitigni autoctoni magliocco canino e zibibbo e dell’areale di produzione che si inserisce nella strategia del Marchio Territoriale Terre Vibonesi, strumento voluto dal Gal per evidenziare “la visione che abbiamo sul territorio e che ci servirà per trasformare radicalmente l’esperienza turistica e gastronomica della nostra terra – sottolinea il presidente del Gal Vitaliano Papillo – elevandola a livelli di quella eccellenza che merita da sempre. Questo marchio è la nostra promessa, il nostro impegno per un futuro in cui le Terre Vibonesi brilleranno di luce propria nel panorama nazionale”.

La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini, atti ad essere designati in Calabria con la Doc Costa degli Dei, comprende l’intero territorio dei comuni di Francavilla Angitola, Pizzo, Cessaniti, Briatico, Zambrone, Parghelia, Drapia Tropea, Ricadi, Spilinga, Joppolo, Nicotera, Limbadi, Maierato e Filadelfia ed una parte del territorio del comune di Vibo Valentia. La Doc si estende lungo tutta la costa della provincia di Vibo Valentia, denominata appunto Costa degli Dei, per circa 55 km sul mare e aree limitrofe interne. Le viti sono coltivate nella media e alta collina ad un’altitudine di 0 metri fino a superare i 500 metri nell’altopiano del Poro.

I vini sono il bianco, anche nella tipologia riserva, frizzante, passito, ottenuto da uve stramature, spumante, spumante di qualità e del tipo aromatico anche con la tecnica del metodo classico; il rosso, anche nella tipologia riserva, frizzante, passito, ottenuto da uve stramature; il rosato, compreso il riserva, frizzante, spumante e spumante di qualità anche con la tecnica del metodo classico.

il presidente del Gal Terre Vibonesi Vitaliano Papillo

Il percorso per la creazione della nuova Doc è stato avviato nel 2022, come evidenzia il presidente nell’intervista a VinoNews24, enfatizzandone la ricaduta in termini di valore per il territorio.

Presidente Papillo, quando è iniziato il percorso per ottenere il riconoscimento della nuova Doc?

Il percorso nasce da una chiacchierata nel 2022 alla Camera di Commercio tra il sottoscritto, Nuccio Caffo (ceo gruppo Caffo e all’epoca commissario CCIAA), Giacomo Giovinazzo (al tempo direttore generale del dipartimento agricoltura) e il presidente dell’associazione Viticoltori Renato Marvasi. Un incontro informale che ha posto le basi per un progetto ambizioso, cresciuto poi grazie alla passione e alla visione condivisa da tutti gli attori coinvolti.

Quante saranno le aziende vitivinicole e gli imbottigliatori che partecipano alla fondazione?

Per la fase di fondazione abbiamo otto cantine pioniere (Romano, Artese, Benvenuto, Comerci, Marchisa, Masicei, Rombolà, Lacquaniti), le vere protagoniste di questa avventura. Ma il progetto sta suscitando grande interesse nel territorio, tanto che diverse altre realtà hanno manifestato la volontà di unirsi al percorso. Questo entusiasmo dimostra quanto fosse atteso un riconoscimento che valorizzasse l’identità enologica della nostra costa.

Con quali progetti nasce questa nuova Doc?

La Doc nasce con l’intento di dare finalmente il giusto riconoscimento a quei viticoltori – donne, uomini e giovani – che da anni investono passione, competenze e risorse in questo settore. Vogliamo creare un’identità enologica forte che rappresenti non solo i nostri vini ma anche la cultura e la tradizione del territorio. Puntiamo a costruire un sistema che generi valore per tutta la filiera e diventi volano di sviluppo economico sostenibile per l’intera area.

Nelle dichiarazioni di intenti avete già chiara la valenza turistica di una denominazione che leghi vino e territorio e cultura. Come prevedete di lavorare?

Il Marchio Territoriale rappresenta uno strumento strategico per la valorizzazione integrata delle eccellenze locali. Intendiamo utilizzarlo come veicolo di promozione che colleghi i vini della Costa degli Dei alle altre risorse del territorio: gastronomia, artigianato, paesaggio, patrimonio storico-culturale. Svilupperemo itinerari enogastronomici che colleghino le cantine ai borghi storici, alle spiagge e ai siti archeologici, creando esperienze immersive per i visitatori. Il nostro approccio prevede una narrazione corale dove il vino diventa ambasciatore di un territorio straordinario.

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